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Il pentito scrive sui social, il sindaco sbotta: “Ci ha avvelenato, ora ci umilia”

Guida: “Ennesimo schiaffo alla comunità ed una offesa ai morti di tumore”

Un semplice post. Tanto è bastato per scatenare l’ira del sindaco di Cesa Enzo Guida contro Gaetano Vassallo, ex imprenditore nel settore dei rifiuti, che per anni ha nascosto veleni nei terreni dell’agro aversano, prima di essere scoperto e diventare collaboratore di giustizia.

Vassallo, nella giornata di mercoledì, ha pubblicato un posto nel gruppo social “Sei di Cesa” scrivendo: “Un saluto a tutti i cesani”. Parole che hanno scatenato la rabbia di Guida. Che, dopo una lunga riflessione, ha deciso di manifestare pubblicamente tutta la propria rabbia.

“Credo che da sindaco della città di Cesa sia giusto che proprio io scriva queste parole e sia io ad interessarmi di una vicenda, che può apparire banale, ma non lo è” scrive, chiedendo agli amministratori del gruppo social “di rimuovere il messaggio di Gaetano Vassallo. Ma non perché la persona in questione è un pentito di camorra, non perché ha i suoi conti, forse (non ci è dato saperlo) con la giustizia. Perché credo che Gaetano Vassallo, noto per averci “avvelenato”, lo scrive in un libro non lo sto inventando, scaricando di tutto nelle nostre terre, contribuendo  ad alimentare un sistema criminale, fatto di intrecci tra camorra e rifiuti, sia uno dei soggetti che, sempre per sua esplicita ammissione, ha contributo a far aumentare tumori nelle nostre zone, molto spesso a danno dei bambini. È veramente di cattivo gusto che oggi, Gaetano Vassallo, sebbene attraverso un messaggio social, “saluti” la nostra comunità, quella stessa comunità che ha contribuito ad avvelenare, distruggere, quella comunità che ancora conta, purtroppo troppo spesso, morti per tumore”.

Guida aggiunge: “Cesa è la comunità che Gaetano Vassallo, nel suo libro-confessione “Così vi ho avvelenato”, con le sue parole, come non bastasse, umilia, denigra. Quando uscì quel libro, il consiglio comunale, su mia proposta, voto’ una mozione affinché la casa editrice apportasse al testo anche la nostra versione, di un paese che cerca il riscatto. Quella richiesta del consiglio comunale di Cesa rimase inascoltata. I “saluti social” del “pentito” Gaetano Vassallo sono l’ennesimo “schiaffo” alla nostra comunità, sono una offesa alla memoria dei morti per tumore, sono una offesa alle famiglie che soffrono.  Cesa ha voltato pagina, grazie alle tante persone oneste che la popolano, e non ha bisogno di essere associata a Gaetano Vassallo e non avverte la sua mancanza”.

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