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Salvini in carcere: “Le rivolte non si placano coi fiorellini. Indagati anche agenti che non erano a lavoro” | VIDEO

"Non si possono indagare e perquisire come delinquenti 44 servitori dello Stato". Lo ha detto il leader della Lega Matteo Salvini che ha cancellato tutti gli impegni dalla sua agenda per recarsi al carcere di Santa Maria Capua Vetere per esprimere solidarietà "agli uomini ed alle donne in divisa" che stamattina sono stati raggiunti da avvisi di garanzia per i pestaggi avvenuti lo scorso 6 aprile, all'esito di una perquisizione alle celle del Reparto Nilo dopo le proteste da parte dei reclusi scatenate da alcuni casi di Covid verificatisi all'interno del penitenziario.

Salvini: "Rivolte non le plachi con le margherite"

Il clou di giornata è arrivato nel pomeriggio con l'arrivo di Matteo Salvini, accolto da applausi e cori di agenti della pentenziaria per i quali "il governo deve cadere" perché "è al servizio dei criminali". Salvini, prima di entrare al carcere dove ha tenuto un discorso, ha sottolineato come "può capitare che uno su mille sbagli e deve pagare. Ma non esiste né in cielo né in terra che vengano perquisiti dei poliziotti davanti ai familiari dei detenuti". Per il leader leghista "nel metodo venire a perquisire dei poliziotti sul luogo di lavoro è una schifezza senza precedenti. Per quello che mi riguarda se ci sono state delle rivolte difficilmente le plachi con le margherite ed i fiorellini. Pistola elettrica e e la videosorveglianza prima arrivano e meglio è. Vorrei vedere il garante con 100 detenuti come si difenderebbe". Poi ha rincarato la dose: "vedere 50 lavoratori venire a lavoro ed essere derisi da spacciatori e camorristi è demenziale". Salvini ha anche detto che "ci sono persone indagate che non erano presenti sul luogo di lavoro". 

Poliziotti fermati fuori al carcere e perquisiti

La giornata in carcere è stata piuttosto lunga ben prima la visita "a sorpresa" dell'ex Ministro dell'Interno. Alle prime ore del mattino all'esterno del carcere c'erano i carabinieri ad accogliere gli agenti della penitenziaria che man mano arrivavano. Sono stati fermati fuori alla casa circondariale "Francesco Uccella" e chi rientrava nell'elenco degli indagati (almeno 44 quelli iscritti nel fascicolo della Procura) veniva perquisito. A molti sarebbe stato tolto il cellulare. Una scena che è avvenuta davanti ai familiari dei detenuti che erano in attesa di entrare per i colloqui.

Le accuse

Secondo i pm di Santa Maria Capua Vetere all'interno del carcere si sarebbe verificata una vera e propria rappresaglia ai danni dei detenuti. Le accuse a carico degli agenti vanno dai maltrattamenti all'abuso di autorità fino alla tortura. Alcuni detenuti, escussi nelle scorse settimane, hanno riferito anche del taglio di barba e capelli ai reclusi oltre alle botte subite.

La protesta sui tetti

La modalità di notifica dei provvedimenti ha provocato la rabbia dei baschi azzurri. L'indice è stato puntato contro il comandante Gaetano Manganelli con molti agenti che si sono sentiti "abbandonati".  Qualcuno è anche salito sui tetti della caserma per esprimere il proprio dissenso contro l'azione della Procura. "Abbiate rispetto delle persone oneste. Noi così non rappresentiamo la legalità", ha gridato uno degli agenti al procuratore aggiunto Alessandro Milita che era presso la casa circondariale per seguire le operazioni.

I sindacati

Durissima la reazione dei sindacati all'esterno. "Le accuse vanno verificate e se ci sono responsabilità è giusto che qualcuno paghi ma no alla spettacolarizzazione dell'operazione", ha detto Aldo Di Giacomo della Ssp. Sulla stessa lunghezza d'onda anche Gaetano Napoleone della Uspp che ha sottolineato: "potevano convocarli in caserma. Anche noi facciamo parte dello Stato". 

Da Fdi alla Lega: la 'passerella' fuori al carcere

Già dalle prime ore del pomeriggio diversi esponenti politici si sono recati all'esterno della casa circondariale in attesa di Matteo Salvini. Molti, da Fdi alla stessa Lega, hanno espresso la loro vicinanza alle forze dell'ordine.

Il movimento 5 Stelle: "Da Salvini sciacallaggio e propaganda"

"Grande rispetto per il lavoro della Polizia Penitenziaria e piena fiducia nell'operato della magistratura in merito all'inchiesta della Procura di Santa Maria Capua Vetere sui presunti maltrattamenti avvenuti il 6 aprile nel carcere della città". Lo dichiarano i parlamentari del M5S eletti nella provincia di Caserta, Giuseppe Buompane, Nicola Grimaldi, Marianna Iorio, Margherita Del Sesto, Giovanni Russo, Antonio Del Monaco, Agostino Santillo e Fabio Di Micco. "Pur ritenendo doverosa l'operazione dell'autorità giudiziaria - continuano i parlamentari - forse differenti modalità di notifica degli avvisi di garanzia, avrebbero evitato tensioni tra gli appartenenti a differenti forze dell'ordine. Mentre il Parlamento è impegnato a cercare di risolvere l'emergenza economica provocata dal Covid-19 - rilevano i rappresentanti M5S - notiamo che, come sempre, il primo a spettacolarizzare l'accaduto è il senatore Matteo Salvini, il quale, da vero e proprio sciacallo, si preoccupa esclusivamente della propria propaganda, in un inaccettabile clima da campagna elettorale permanente. Agli uomini e alle donne della Polizia Penitenziaria, senza pregiudizi ideologici, va tutta la nostra gratitudine e stima per il lavoro - non certo facile - che stanno portando avanti in questo momento particolarmente difficile per il paese".

Il Dap: "Vicini agli agenti"

"I fatti di oggi vanno considerati col massimo rispetto verso l'operato della magistratura cui competono compiti e funzioni di accertamento dei reati". È quanto si legge in una nota diramata dal ministero della Giustizia, che spiega come il Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria abbia "seguito e segua con grande attenzione" quanto accaduto questa mattina nei pressi della casa circondariale di Santa Maria Capua Vetere. "I vertici del Dap - prosegue la nota - sono costantemente aggiornati sulla situazione dal provveditore della Campania, Antonio Fullone, che si è recato sul posto incontrando il personale e interloquendo con il magistrato requirente. Il Dap è certo che si farà massima chiarezza in tempi brevi e intende rivolgere un rispettoso riconoscimento - si legge - al corpo della polizia penitenziaria e a ogni singolo operatore che in esso e per esso svolge quotidianamente, con convinzione, dedizione e sacrificio, un compito non facile e al servizio del Paese. Compito reso a volte più arduo dalle complesse dinamiche della vita carceraria, ma per il quale la polizia penitenziaria si spende senza tentennamenti né indugi per il prezioso bene della sicurezza interna degli istituti penitenziari e per la sicurezza e la serenità dei cittadini. A tutti gli operatori del Corpo che ogni giorno svolgono il proprio dovere con professionalità e spirito di sacrificio va la vicinanza dell'intera amministrazione".

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