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Il Capitano Ultimo dagli studenti: “Vogliamo onestà, non accettiamo propaganda sulla sicurezza dei cittadini” | VIDEO

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“La legalità si costruisce giorno per giorno, non si può dare per scontata”. Questo in estrema sintesi la considerazione del Capitano Ultimo al convegno “Legalità e Tutela dell'Ambiente” tenutosi presso l'Istituto Superiore 'Agostino Nifo' di Sessa Aurunca. Il Colonnello Sergio De Caprio si è confrontato con gli studenti del liceo classico in un incontro schietto dove ha soddisfatto ogni loro curiosità. Dopo gli onori di casa del dirigente scolastico dell'istituto, il professore Giovanni Battista Abbate, ed i saluti del sindaco Silvio Sasso e del vescovo Orazio Piazza, l'ex comandante della sezione Crimor dei Ros non si è censurato sulla decisione del Tar del Lazio di sospendere in via cautelare il provvedimento con cui il Ministero dell'Interno aveva annullato la protezione personale “per mancanza di segnali di concreto pericolo”  ribadendo che “la legalità la si costruisce dentro le famiglie, le vie, i condomini, senza darla per scontata perché non è un dono del principe”. Il Colonnello ha spiegato ai giovani che “occorre costruire un mondo basato sul l'uguaglianza e fratellanza, e quanto più ci allontaniamo tanto più siamo una banda di criminali”.

Riguardo la dichiarazione di incostituzionalità della Corte Costituzionale dell'ergastolo ostativo che colpisce i condannati all'ergastolo per i reati di mafia, concedendo permessi premi anche a chi non collabora con la giustizia sulla falsariga di una sentenza della Corte di Strasburgo, il Colonnello De Caprio ha affermato che “da un anno insieme al Tar del Lazio stiamo cercando di spiegare che Luca Bagarella, Salvatore Biondino, Matteo Messina Denaro, Cosa Nostra, la Mafia, sono un pericolo grave per tutti i cittadini, anche per il Capitano Ultimo. Evidentemente questa consapevolezza se non ce l'hanno per primi i funzionari che dovrebbero garantire la sicurezza, è chiaro che l'Unione Europea ha carta libera per dire che siamo in un regime barbaro contro i detenuti”.

Sul tema delle ecomafie e nel 'ritardo' dello Stato nel rendersi conto dell'avvelenamento del territorio nonostante il grande business del clan dei Casalesi, “io credo che i cittadini siano lo Stato – ha detto De Caprio - Poi ci sono delle persone che amministrano gestendo per un periodo più o meno breve il nostro patrimonio ed io credo che il problema non sia ciò che fa lo Stato Apparato, ma ciò che sta facendo lo Stato Comunità per chiedere spiegazioni precise, per non farsi manipolare, per non farsi usare. Il mio impegno è dare coraggio ai ragazzi, ai cittadini a chiedere spiegazioni ai loro amministratori, a chi amministra la giustizia, a chi ha la responsabilità di sconfiggere le mafie e le ecomafie e chiedersi con umiltà: cosa mi impedisce di vincere? Non accettiamo propaganda sulla sicurezza dei cittadini. Vogliamo onestà. Non siamo per polemizzare, vogliamo semplicemente non ingannare i nostri figli”.

Se l'indirizzo all'onestà sia la strada intrapresa dall'attuale classe di Governo il Colonnello De Caprio ha suggerito di “contrapporre alla superficialità la profondità della comunità che vive giorno per giorno sulla strada, che lotta per avere un tetto, un pezzo di pane per mantenerci uniti come popolo, come civiltà. La civiltà si costruisce partecipando oppure aspettiamo che il principe del giorno dopo risolva quello che non ha fatto il principino del giorno prima? Non occorre parlare. La legalità si costruisce sulle frontiere. Di sicuro lì si combatte, lì si vince o si perde. Ricominciamo dalle frontiere”.

Un messaggio di legalità sordo alle orecchie di una società non attenta alle necessità del territorio che dovrebbero esser radicate nel DNA cittadino e che invece sono ferite sanguinolente, come evidenzia l'intervento del Maggiore Marilena Scudieri, comandante del NIPAAF di Caserta, il nucleo investigativo polizia ambientale arma dei carabinieri forestali, che nonostante l'introduzione nel codice penale dei reati ambientali spesso sono considerati ancora di tipo contravvenzionale e non dedotti. “Spesso non si giunge all'arresto benché si riesce ad individuare il promotore del crimine. Anche se non rientriamo nella casistica degli arresti è importante la nostra attività sul territorio perché proteggiamo un bene collettivo come la salute pubblica - ha sostenuto il maggiore Scudieri - Ci sono veleni di cui il territorio è intriso e spesso sono i più deboli a farne le spese”.

“Avevo un unico figlio che mi è stato portato via dal marciume che respiriamo, che mangiamo lo stesso in cui viviamo”, fa sentire con rabbia la sua voce una donna dell'Associazione Mamme della Terra dei Fuochi. “Sono sette anni che vivo nella Terra dei Fuochi e se c'è una parte di Stato che fa tanto, ce n'è un'altra che si gira dall'altra parte. I bambini nella Terra dei Fuochi muoiono ancora anche se più silenziosamente. Dove sono i responsabili? Chi deve assumersi l'impegno civile e morale di quanto accaduto nei nostri territori?”. Una riflessione amara insinuatasi nelle coscienze dei presenti: Carabinieri, Istituzioni Civili e Religiose, la Lipu Caserta, cittadini curiosi e giovani con il solo dubbio di quando lo scempio delle nostre terre avrà fine.

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