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Mercoledì, 24 Aprile 2024

Banconote vendute al 15% del loro valore: ricostruita la filiera dei falsari | VIDEO

Tutto partiva dalla ‘stamperia’ di Carinaro. Era quello il fulcro del gruppo criminale dedito alla falsificazione di banconote stroncata oggi Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Napoli e del Nucleo Speciale di Polizia Valutaria della Guardia di Finanza e coordinata dalla Procura di Napoli Nord. Un’operazione che ha portato a dieci misure cautelari, tra cui 4 in carcere e 3 ai domiciliari mentre per altri tre indagati è stato disposto l'obbligo di firma.

Il sistema

Il gruppo criminale, secondo la ricostruzione degli inquirenti, avrebbe prodotto ingenti quantitativi di banconote contraffatte, di pregevole fattura e di vario taglio (in particolare, 20 e 50 euro). Il sodalizio si è servito di una rete stabile di canali di smercio delle banconote false prodotte nonché di finanziatori, fiancheggiatori e di soggetti che si sono occupati materialmente del trasporto della valuta contraffatta. In pratica, le banconote venivano prodotte  dal falsario, originario di Napoli, nei due locali di Carinaro. Da qui venivano caricate nelle automobili e trasportate fino alla consegna agli intermediari. Questi, successivamente, li rivendevano ai cosiddetti ‘consumatori finali’, coloro che poi materialmente immettevano il denaro falso nel mercato.

Il prezzo

Sarebbero stati messi in circolazione circa 5 milioni di euro fasulli. Il prezzo, in base a quanto ricostruito dagli investigatori, si aggirava sul 10-15% del valore nominale della banconota. In pratica, un biglietto da 20 euro falso costava dai 2 ai 3 euro, quello da 50, dai 5 ai 7,50 euro. Un business criminale che ha generato al sodalizio un profitto illecito di circa 750mila euro.

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