L’ombra della camorra dietro l’indagine che ha portato all’arresto del vice presidente della Provincia di Caserta Pasquale Crisci.

Le indagini della Guardia di Finanza di Marcianise hanno portato in carcere due persone ritenute contigue al clan Massaro, N. D., 51enne di S. Maria a Vico, e L. C., 49enne di S. Felice a Cancello.

Tutta l’inchiesta ruota attorno ad una cappella gentilizia di 44mila euro che sarebbe stata estorta al titolare della società aggiudicataria dei lavori di ampliamento del cimitero di Santa Maria a Vico. Ed è qui che entrerebbe in gioco Pasquale Crisci, che all’epoca dei fatti era un esponente della maggioranza guidata dal sindaco Andrea Pirozzi, che ha poi lasciato, sfidandolo alle elezioni amministrative del 2020.

La cappella gentilizia, infatti, attraverso la compiacenza di un impiegato comunale e del consigliere comunale, veniva assegnata, sulla base di documentazione falsa, ad un altro soggetto, in cambio di un corrispettivo in denaro. Questa operazione ha poi aperto gli occhi su altre compravendite all’interno del cimitero di Santa Maria a Vico.

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