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Giovedì, 28 Marzo 2024
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Psicosi coronavirus, la centrale della Volalto torna dalla sua famiglia

Deja Harris: "Preferisco partire ora prima di non avere alcuna possibilità"

L’emergenza coronavirus ha colpito e non poco anche la Volalto 2.0 Caserta. La centrale statunitense Deja Harris, che questa mattina ha inviato una nota ufficiale al patron Nicola Turco, ha salutato tutti ed è rientrata in patria. 

“Voglio ringraziare i miei compagni di squadra, Guido e Ago e te presidente Nicola per la straordinaria opportunità di sviluppare relazioni che durano tutta la vita e per aver aumentato le competenze nello scorso mese - ha scritto nella nota l'atleta - Ho davvero apprezzato il nostro incontro di venerdì scorso, che mi ha permesso di conoscere le sfide che hanno influenzato le molte decisioni che devono essere prese per il club e che sarebbe stato più facile difenderti se avessi saputo prima. Sfortunatamente, le circostanze mi hanno costretto a prendere la decisione di andarmene e con le discussioni della mia famiglia, lo riteniamo necessario. L'Italia è passata da 200 casi di lunedì a oltre 800 di venerdì. Altri americani che studiano all’estero e in missione, non nello sport, sono già stati rimandati a casa. C’è una sospensione sulle persone provenienti dalla Cina e si parla di sospendere altri Paesi infetti, con l’Iran e l’Italia che sono al radar. Se ci sarà una sospensione con un viaggio dall’Italia agli Stati Uniti, preferirei partire ora per stare con la mia famiglia prima di non avere alcuna possibilità di partire".

Alla nota della centrale statunitense arriva il commento della società del patron Nicola Turco che sottolinea: "Da questo si comprende chiaramente quanto la situazione sia critica e continuare i campionati mettendo a rischio la salute di atlete, dirigenti, allenatori e interi staff è una probabilità tutt’altro che remota. La Volalto domenica 8 marzo dovrà andare in trasferta a Bergamo per la gara contro la Zanetti. Bergamo è zona ad alto rischio. In bus, che è il mezzo più sicuro per non avere contatti con gli altri, preventivando di non fermarsi nemmeno in autogrill, non si può andare in quanto è ritenuto altamente pericoloso recarsi in quelle zone. Resta I’aereo o il treno con il rischio altissimo, come dimostrano i dati e le notizie. Del resto in tutta Europa e in tutto il mondo si stanno adottando restrizioni da e per l’Italia. Anche le squadre europee hanno scritto alla Cev che non vogliono venire a disputare gare in Italia! E qui cosa si fa? Si mette la testa sotto la sabbia come gli struzzi? Le nostre atlete e i nostri staff vanno tutelati. Tutti, indistintamente. Non si può pensare in un momento così delicato e critico di voler continuare a tutti i costi. Il buon senso, l’umanità e soprattutto la responsabilità verso gli altri dovrebbero essere i soli metri di giudizio".

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