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Mancata fidejussione, D'Agostino accusa l'ex socio. Capasso: "Io capro espiatorio"

Il presidente punta il dito contro l'istanza di fallimento presentata dall'avvocato che replica a muso duro

"Si voleva il fallimento della Casertana. E' stato fatto di proposito". E' il j'accuse del presidente della Casertana Giuseppe D'Agostino che rompe il silenzio sulla mancata iscrizione al campionato di Lega Pro, confermato dal Covisoc ed all'alba del ricorso presentato dall'avvocato Mattia Grassani, la cui discussione è in programma dinanzi al Collegio di Garanzia del Coni. Ad affiancare D'Agostino, nel corso dell'incontro con i cronisti, il commercialista Vincenzo Spera che ha illustrato "l'enorme lavoro fatto". E sotto i riflettori finisce l'istanza di fallimento presentata dall'ex socio della Casertana, Franco Capasso, detentore di quote per il 5% della società rossoblu. Un'istanza che "non è stata preceduta né da un decreto ingiuntivo né da un atto di precetto", ribadisce Spera e che sarebbe la causa della mancata fidejussione. I ritardi nella presentazione della polizza, infatti, sarebbero legati proprio a quell'istanza di fallimento. "Per fare un'istanza di fallimento serve un credito di almeno 30mila euro - spiega Spera - Capasso ne aveva 14mila. Capasso scrive 'si chiede di acquisire la debitoria in essere con l'agenzia delle entrate'". I tempi della giustizia hanno fatto il resto. Comunque, con l'istanza di fallimento pendente difficile ottenere la fidejussione. "Abbiamo inoltrato 41 richieste a società che rilasciano fidejussioni e nessuna ce l'ha rilasciata nonostante un piano garantito che superava i 500mila euro", spiega ancora il professionista. "Ho chiamato personalmente 100 broker e diverse banche perché i tempi erano stretti - ha chiarito D'Agostino -  Ma è stato impossibile". E proprio su questa difficoltà che si basa il ricorso: sui motivi di forza maggiore che hanno reso impossibile ottenere la fidejussione necessaria all'iscrizione. Oltre a questo i criteri infrastrutturali. 

Sul futuro D'Agostino ribadisce che "non iscriversi in Lega pro sarebbe una catastrofe". Le ipotesi in caso di mancata iscrizione in Lega Pro sono due: un campionato in una serie dall'Eccellenza a scendere sulla quale D'Agostino ha espresso un secco 'no'. Oppure l'iscrizione in D, con la fondazione di una nuova società su impulso del sindaco Marino sulla base del 'Lodo Petrucci'. "Il sindaco mi deve garantire non il campionato di serie D ma lo stadio che vale 10 Lega Pro - ribadisce D'Agostino - Se riusciamo o come Casertana Fc o attraverso una società che si aggiudicherà il bando a realizzare lo stadio nei prossimi 10 anni avremo un calcio importante a Caserta. Sarebbe la vittoria di tutti ma su questo ho i miei dubbi". In conclusione un messaggio ai tifosi ai quali D'Agostino garantisce "ho fatto l'impossibile". Ma la tensione è evidente come testimoniato dalla presenza di forze dell'ordine all'esterno della sede. Ora il ricorso. 

AGGIORNAMENTO ORE 13 DEL 23 LUGLIO 2021. Relativamente alle affermazioni del presidente della Casertana Fc Giuseppe D’Agostino è intervenuto l’avvocato Franco Capasso, con una nota a firma dell’avvocato Agostino Imposimato, respinge al mittente tutte le accuse che gli sono state rivolte. "L’avv. Capasso ha dovuto assistere inerme al proliferare incontrollato di ar"coli che negli ul"mi giorni si sono sussegui", dapprima, an"cipando e poi, riportando pedissequamente il contenuto delle a0ermazioni partorite dal sig. D’Agos"no nella conferenza dello scorso 21/07; come noto, nel corso della stessa costui ha espressamente indicato l’avv. Capasso come il responsabile della mancata iscrizione della compagine rossoblu al prossimo campionato di categoria, sostenendo che il provvedimento di diniego della Covisoc sarebbe stato determinato dalla mancata consegna della garanzia fideiussoria richiesta dalla disciplina di riferimento e ciò a cagione della pendenza di una istanza di fallimento proposta dallo stesso Capasso nei confronti della Casertana. Tali dichiarazioni sono palesemente false e contraddette dalla documentazione legale che inerisce la procedura fallimentare che ha coinvolto (e coinvolge tuttora!) la Casertana. L’idea, già palesemente esplicitata dal sig. D’Agostino durante la sua conferenza, è che vi fosse un capro espiatorio ben preciso a cui dover addossare le colpe della mancata iscrizione, e ciò al solo scopo di distogliere le attenzioni dell’ambiente orbitante attorno al club casertano dalle mancanze ed inadempienze unicamente riferibili ai vertici societari e che, nel corso degli anni, hanno determinato lo stato di dissesto finanziario e strutturale che oggi condanna una società di calcio a non poter partecipare al proprio campionato di categoria. Non vi è dubbio che l’avv. Capasso sia esposto anche a una situazione di pericolo per la sua incolumità considerato il grado di tensione ambientale che la città di Caserta sta vivendo in questo preciso momento. Sarebbe bastata la semplice lettura degli atti e dei documenti che ineriscono la vicenda giudiziaria che tuttora vede coinvolta la Casertana F.C. e di cui, certamente, la società ha contezza e disponibilità, essendone parte in causa, per appurare l’infondatezza e la falsità di quanto affermato dal D’Agostino. Dalla predetta documentazione, nonché, ponendo attenzione alle concrete motivazioni esplicitate dalla Covisoc nella propria determinazione, si evince come i motivi dell’esclusione risiedano nei debiti finanziari contratti nei confronti dell’Agenzia delle Entrate, INPS ed INAIL, inerenti ad imposte inevase tra il 2015 ed il 2019 e tuttora oggetto di accordi di ristrutturazione nell’ambito della procedura fallimentare che vede coinvolta la società del D’Agostino, oltre che, per lacune e mancanze a livello infrastrutturale e di agibilità aderenti lo “Stadio Pinto””.

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