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Real Aversa e stadio 'Bisceglia', Emanuele Filiberto di Savoia lancia le prime accuse al sindaco

Oggi la gestione dell'impianto è affidata alla Opes, il principe: "Speriamo che cambino subito le cose"

Emanuele Filiberto di Savoia ha pochi giorni fa acquisito il titolo sportivo di Serie D del Real Agro Aversa. Avrebbe già pagato tre mensilità a staff e calciatori per provare a salvare la categoria per chissà poi quale futuro in terra normanna. Per adesso ha fatto capire che Savoia (l'altra squadra di proprietà) e Real Agro Aversa avranno due identità separate. Adesso che è alla guida della squadra normanna inizia subito a 'spingere' per avere quello che vuole, e in particolar modo lo stadio 'Bisceglia', oggi in gestione alla Opes Campania. “Il sindaco di Aversa (Alfonso Golia ndr) ha dato la sua disponibilità per un incontro. Nel ringraziarlo per la gradita attenzione, io ed il dottor Nazario Matachione (socio del principe) saremo ben lieti di incontrarlo nel pomeriggio dell'8 maggio (quando ci sarà una conferenza stampa a Torre Annunziata). Ho appreso che il Comune sta sostenendo importanti investimenti per lo stadio e questo sicuramente è un primo elemento fondamentale per poter effettuare una programmazione per fare calcio ad Aversa e portarlo nel calcio che conta. Senza una casa non si può fare calcio".

Ma poi ecco la stoccata: "Il Comune non ha la disponibilità del campo avendolo affidato ad un privato, ma spero che, come si fa per gli stadi importanti, nazionali e internazionali, in qualsiasi bando c’è sempre un diritto di prelazione per chi ha una squadra di calcio che milita almeno in una o due categorie sotto la Lega Pro, e soprattutto intende portare avanti progetti ambiziosi non solo per la prima squadra. Noi infatti puntiamo molto sui giovani con l’Accademy della Casa Reale collegata con club di rilievo internazionale, tra cui quelli inglesi. Senza una prima squadra mai si potrebbe realizzare un progetto ambizioso riguardante il settore giovanile. Prevediamo di avere due importanti polmoni di reclutamento, uno nella provincia sud di Napoli a Torre Annunziata e l’altro ad Aversa, collegato con Caserta. Mi auspico che dopo interventi economici sostanziali sostenuti dalla comunità non resti tutto invariato sulla gestione dello stadio, sono infatti certo che il sindaco abbia dato la gestione dello stadio, mantenendo comunque la disponibilità diretta dello stesso, altresì diventerebbe solo un mediatore con l’attuale imprenditore".

E quindi il principe continua: "Quello che ho visto in questi ultimi mesi al Sud è un qualcosa di assurdo e ormai non mi meraviglio più di niente. Preciso che questo non è un attacco nei confronti dell’attuale gestore, che ha solo partecipato ad un bando e che, con attenzione e scaltrezza, ha curato i propri interessi. Bisogna verificare se l’amministrazione comunale ha curato gli interessi di una intera città. Ribadisco, non voglio mai credere che le condizioni di un bando restino invariate dopo un intervento milionario pagato da un intera comunità, anche perché nessuno sarebbe disposto ad investire nel calcio senza avere l’affidamento diretto dello stadio. Tutto questo vorrebbe dire che la parola fine al calcio ad Aversa fosse stata deliberata a suo tempo da chi ha redatto quel bando. Ritengo pertanto che prima di ascoltare tante parole, sia il caso che il Sindaco parli con noi e di conseguenza con la città, ci consegni il contratto di affidamento, richiesto tempo addietro dalla società via Pec è mai consegnato, di regola una pubblica amministrazione dovrebbe per trasparenza esibire, così da poter fare tutte le dovute valutazioni e solo dopo potremmo verificare se le tante parole riferiteci rappresentino la realtà o sono solo parole strumentali politiche. Noi non abbiamo colori politici, il nostro unico interesse è costruire progetti seri sul nostro territorio". 

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