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Abete: Contento se Balotelli torna in Italia. Icardi? Decida lui

(Roma) "Occorre diventare più professionali sul versante dei comportamenti, soprattutto da parte dei dirigenti. Non possiamo immaginare un tifo più educato se tutti noi non diamo un buon esempio".L'invito a moderare i toni arriva ancora una volta...

(Roma) "Occorre diventare più professionali sul versante dei comportamenti, soprattutto da parte dei dirigenti. Non possiamo immaginare un tifo più educato se tutti noi non diamo un buon esempio".L'invito a moderare i toni arriva ancora una volta dal presidente della Figc Giancarlo Abete, che intervenuto ai microfoni de 'La Politica nel Pallone' su GR Parlamento è tornato a parlare di quanto accaduto dopo il fischio finale di Juventus-Genoa."Bisogna sempre tenere distinta l'area disciplinare da una valutazione di politica sportiva. I comportamenti collegati alla reazione di Conte in campo, alle esternazioni di Marotta saranno valutati dagli organi competenti che giudicheranno in materia disciplinare. In merito alla politica sportiva – ha precisato Abete - penso che le critiche ci possono essere e ci saranno sempre, ma vanno evitati questi stress sproporzionati".
Il presidente federale ha ribadito come le proteste non servano ad altro che a surriscaldare il clima: "E' una cattiva abitudine italiana, ce l'abbiamo solo noi. A livello internazionale sarebbe ancora più grave, non sarebbe accettabile. Tra l'altro, si tratta di situazioni che non producono alcun effetto. Gli arbitri hanno autonomia di indipendenza e la Federazione li tutela a 360 gradi, per cui qualsiasi forma di protesta non crea alcun effetto".Abete ha anche ricordato la consueta riunione tra arbitri, capitani, dirigenti e tecnici della Serie A in programma il prossimo 4 febbraio a Milano, un appuntamento utile per confrontarsi in maniera costruttiva: "Quello sarà il momento opportuno per portare le proprie ragioni. Purtroppo in Italia abbiamo l'abitudine a individuare nell'arbitro il responsabile di tutti i mali, è una storia tutta nostra che deve finire. Ieri ho parlato con il presidente Agnelli e ho salutato Conte (in occasione del Gran Galà del calcio organizzato dall'Aic, ndr), ma nessuno mi ha fatto cenno di problematiche riguardo alla gara Juve-Genoa, abbiamo parlato e discusso di altro. L'intervento di Agnelli di ieri – ha aggiunto il numero uno della Figc - testimonia che il post partita è un po' andato in una certa direzione, è difficile mantenere l'equilibrio ma stiamo parlando di una normale partita di campionato lungo 38 giornate e di una decisione comunque controversa, visto che l'episodio poteva essere valutato in un senso o nell'altro".Dopo aver auspicato il ritorno nella Serie A di Balotelli ("Se venisse in Italia saremmo tutti contenti. In Nazionale già ce l'abbiamo, fa parte del nostro organico, e se tornasse potrebbe avere più continuità nel giocare"), Abete ha commentato anche un eventuale futuro in azzurro per Icardi, il giovane attaccante nato in Argentina autore di quattro reti ieri con la maglia della Sampdoria: "Da parte della federazione non ci sarà mai una forzatura. E' giusto che un giocatore che ha l'opportunità di giocare in due selezioni scelga in piena libertà. La priorità è la valutazione autonoma del tesserato".Per quanto riguarda l'Europeo itinerante del 2020, Roma e Milano sono in prima fila per ospitare il torneo che, come annunciato dalla UEFA, si disputerà in 13 città di diversi Paesi: "Quando saranno chiare le regole – ha spiegato il presidente federale - vedremo se sarà il caso di candidare una o due città''.
Ultima battuta sulla presidenza del Coni, con Abete che ha confermato di sostenere la candidatura di Pagnozzi "E' una persona di qualità, è stato l'alter ego di diversi presidenti del Coni, ha una dimensione internazionale e garantisce esperienza" e ha commentato le parole di Malagò, che in caso di elezione ha annunciato nei giorni scorsi che escluderebbe il calcio dalla Giunta del Comitato Olimpico: "Ho un buon rapporto personale con Malagò, che frequenta le tribune autorità più di quanto faccia io, ma fare campagna elettorale contro il calcio non è da grande dirigente. Si può recuperare qualche consenso mettendosi contro il calcio, ma non è accettabile azzerare un lavoro condiviso per anni''.

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