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Figc, Abete: 'Ho sempre considerato la federazione come una casa'

"Cercherò di continuare a dare il mio contributo in sede Coni e in sede Uefa perché penso che possa risultare di utilità. Sono stati 26 anni di impegno in Federazione, con tantissimi momenti lieti come il successo nel Mondiale del 2006, che...

"Cercherò di continuare a dare il mio contributo in sede Coni e in sede Uefa perché penso che possa risultare di utilità. Sono stati 26 anni di impegno in Federazione, con tantissimi momenti lieti come il successo nel Mondiale del 2006, che rappresenta il punto più alto": visibilmente commosso, Giancarlo Abete si è congedato dalla Figc con un lungo discorso, nel corso dell'Assemblea Elettiva, e lo ha fatto a testa alta, consapevole del lavoro svolto in tutti questi anni.
"Lascio con grande serenità – ha continuato il presidente uscente - per quello che ho fatto e per come l'ho fatto. Da gennaio 2015 mi prendo qualche mese di riflessione, farò anche io l'opinionista. In tanti mi dicono che sono troppo signore, troppo buono. Forse hanno ragione, cercherò di non cambiare: non ne vale assolutamente la pena. Siamo tutti inadeguati, ma si facesse un bell'esame di coscienza chi definisce gli altri inadeguati. Ho sempre considerato la federazione come una casa. Ma ora torno a casa, da quelli che amo".
Riassumendo il periodo vissuto alla guida di via Allegri, Abete ha dichiarato: "I nostri dati dal 2007 al 2014 sono nettamente superiori rispetto a quelli devastanti del sistema paese. Il mondo del calcio ha problemi, ma rimane un'opportunità e non un peso. Dal 2007, le famiglie in povertà sono aumentate di 1,2 milioni di famiglie, la disoccupazione è passata dal 6,1 al 12,4%, la produzione industriale è calata del 25%".
Il presidente uscente ha ricordato anche i momenti difficili del suo mandato, compresa l'ultima sconfitta della Nazionale con l'Uruguay al Mondiale brasiliano e i tanti lutti che hanno colpito il mondo del calcio, ultimo in ordine cronologico quello di Ciro Esposito, il tifoso del Napoli morto per le ferite riportate negli incidenti scoppiati prima della finale di Coppa Italia. Non è mancata una battuta sui due candidati alla presidenza, i vicepresidenti federali Carlo Tavecchio e Demetrio Albertini: "Vengono da due mondi importanti come quello dei dilettanti e dei calciatori. Già questo è un fatto innovativo. E' importante che un'associazione possa scegliere il suo presidente, ho sempre combattuto perché i sistemi possano esprimere dal basso le proprie scelte".
Spazio poi ai ringraziamenti al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ("sempre vicino allo sport e alla Nazionale"), al presidente del Consiglio Matteo Renzi ("per il rispetto che ha avuto verso l'autonomia associativa del nostro mondo") e a tutti i responsabili delle Forze dell'Ordine. "Ho sempre considerato la Federazione come una casa, ma è anche importante tornare in quella che è la propria casa" ha concluso Abete ricevendo l'applauso caloroso di tutta la platea.

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