Lettera alla coraggiosa bambina di Trentola: "Una combattente, esempio per molte donne anche più grandi"
Nel momento più difficile della sua breve vita, ha trovato il coraggio di denunciare il suo orco, farlo arrestare e dare agli investigatori tutti gli elementi necessari per farlo confessare. La piccola bambina di 10 anni di Trentola Ducenta che ha fatto ammanettare don Michele Mottola è diventata anche un simbolo per chi ha paura di denunciare. Come dimostra la lettera di una volontariadel centro anti-violenza Galatea di Catania che ha voluto scrivere alla piccola per manifestarle tutta la sua ammirazione per il coraggio dimostrato. Casertanews decide di pubblicare la lettera di Enza perché il coraggio di questa bambina è davvero da sottolineare.
LA LETTERA. Cara bambina, mi chiamo Enza e sono una volontaria di un Centro Antiviolenza. Non conosco il tuo nome, così ne sceglierò uno per rivolgermi a te come si fa quando si scrive una lettera ad una persona a cui si vuole bene o ad una persona importante. Ti chiamerò Regina, perché a soli dieci anni, hai dimostrato tutta la forza, la dignità, l'intelligenza e la grandezza di una sovrana. Ho letto con attenzione la tua storia. E con commozione. Non posso che rivolgerti parole di ammirazione. Provo un tuffo al cuore quando leggo che vorresti morire a soli dieci anni e capisco che quello che hai vissuto è veramente troppo, è veramente sbagliato. E quando ti penso mi viene in mente un'immagine, quella di una Ninfea, una pianta acquatica galleggiante dai fiori profumati. Fiori che, nonostante vivano in una stagno fatto di fango, fioriscono nella loro poesia e bellezza, candidamente, senza permettere al fango di sporcarne la luminosità ed i colori. Intravedo in te la stessa luminosità di quei petali, di quei colori canditi e profumati che coraggiosamente fioriscono, nonostante tutto. Quella stessa luminosità la vedo nella tua forza, nel tuo coraggio. Per noi volontarie del Centro Antiviolenza Galatea, sei un simbolo, sei una di noi, una che tutti i giorni combatte ciò che di sbagliato c'è in questo mondo. Ecco cosa sei una combattente! E la nostra presidente, Loredana Mazza, è molto orgogliosa di te e del tuo coraggio. Un centro antiviolenza è un luogo dove si rifugiano e dove trovano ascolto le donne che subiscono delle cose orribili come quella che ti sei trovata ad affrontare da sola. Spero qualcuno possa consegnarti queste nostre parole e dirti anche se lontane ti stiamo accanto, anche solo con i nostri pensieri. Cara Regina, io mi fido di te, della forza che hai dimostrato sino ad ora. E sono certa riuscirai a riprenderti la sovranità della tua vita ed a trasformare il tuo coraggio di denunciare in un esempio per molte altre donne che non ci sono riuscite ancora, nonostante il doppio, il triplo dei tuoi anni. Così, come si fa con qualcuno a cui vuoi bene, finisco di scriverti dicendo che ti abbraccio, di un abbraccio col cuore e spero poterti sentire presto.
Enza, Volontaria del Centro Antiviolenza Galatea