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Jorit firma il "LeBron James" contro il razzismo

E' quasi completo il murales a Casapulla dedicato al cestista statunitense

Poche altre pennellate, qualche altro spruzzo di spray e la mastodontica opera può considerarsi conclusa. Da oltre una settimana i cittadini di Casapulla in transito per via Orsomando sono stati attirati dalla facciata sud della proprietà Sorbo, sulla quale campeggia un enorme murales ideato e realizzato da Jorit.

L’artista di Quarto – rinomato a livello nazionale ed oltre – sta tinteggiando la parete con la figura di LeBron James, il cestista statunitense, divenuto il portavoce ed il simbolo della lotta contro i crimini del razzismo. Una tematica che unisce sport e solidarietà, proposta da Gigio Rosa, responsabile eventi esterni e conduttore di RadioMarte - da qualche tempo cittadino di Casapulla – e prontamente fatta propria dalla locale amministrazione comunale guidata dal sindaco Renzo Lillo. D’altra parta il primo cittadino di Casapulla è stato a lungo presidente della locale squadra di basket prima di indossare la fascia tricolore e non poteva restare insensibile ad un tema così affascinante, anzi… Incontriamo l’artista napoletano al termine della solita dura, caldissima giornata di lavoro.

"Una tematica che mi affascina molto – le sue prime parole – coniugare il messaggio di solidarietà ed antiviolenza attraverso il mondo dello sport mi sembra la cosa più naturale. Cerco di trasmettere questi valori nelle mie opere e spero che il lavoro sia apprezzato dalla comunità".

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Dopo il San Gennaro nei pressi del rione Forcella di Napoli e il ritratto di Ilaria Cucchi all’Arenella, nei giorni scorsi Jorit ha inaugurato anche una effigie di Nino D’Angelo a San Pietro a Patierno. Anche questo avvenimento non è passato inosservato a Casapulla, proprio perché l’ex ‘Scugnizzo d’Oro’ è diventato da poco suocero della bella e valente collega Roberta Buonpane, a sua volta originaria della cittadina tifatina.

Anche nel ritratto di LeBron non manca il comune denominatore rappresentato dalle due strisce rosse che solcano le gote dei personaggi raffigurati. Gli stessi segni Iorit li ha impressi anche sulle sue guance, a simboleggiare la sofferenza dei soggetti da lui rappresentati, siano essi di natura religiosa, dello spettacolo o della gente comune, chiamati a fare i conti con le ingiustizie, le prevaricazioni e la violenza. Nei primi giorni di lavoro Iorit aveva scritto sui circa 100 metri quadrati della parete due frase, rispettivamente di Malcom X e Muhammed Alì, alle quali era ispirata l’opera; con il propagarsi dei colori quelle scritte sono ovviamente sparite e quelle parole saranno nascoste allo sguardo degli ammiratori.

Ma… “Quelle parole – spiega Iorit – sono l’ispirazione del mio lavoro e rappresentano l’anima dell’opera. L’anima di un essere vivente non è visibile ma è ciò che dà vita al corpo. Anche se non potranno essere lette io so che sono contenute all’interno del disegno e per me rappresentano l’origine ed il fine ultimo del lavoro”.

Enorme la soddisfazione del sindaco Renzo Lillo, ancora una volta abile ad intercettare fondi di enti sovracomunali per dotare la città di un opera di indiscusso interesse artistico ed ancor più capace di tramandare ai posteri un chiaro messaggio sul particolare momento attuale in materia di solidarietà e antiviolenza.

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