In carcere da innocente, Mario realizza il suo sogno e apre una pizzeria
Ha aperto 'Apprendista pizzaiolo' su viale Carlo III a San Nicola la Strada: "Era l'unico cosa che ricordavo in cella"
Due anni di processo, tra primo e secondo grado. Quasi 2 anni in carcere, prima dell'assoluzione piena. "E' innocente", disse il giudice. E così finì l'incubo di Mario Tirozzi, commerciante di Capua, che oggi realizza anche il suo sogno: aprire una pizzeria. Ha deciso di farlo su Viale Carlo III, a San Nicola la Strada, con la sua attività che si chiama 'Apprendista pizzaiolo'. ?Ci sono voluti cinque anni di istanze e battaglie giudiziarie per arrivare al provvedimento con cui i giudici della Corte di Appello di Roma, dopo un rinvio dalla Cassazione, hanno ammesso l’errore della giustizia e riconosciuto l’ingiusta detenzione.
Un calvario cominciato il 28 settembre 2015. Alle tre di notte i carabinieri bussano alla casa dove Mario Tirozzi vive con gli anziani genitori. Gli notificano un’ordinanza di custodia cautelare per traffico internazionale di stupefacenti. Per lui, che con la famiglia ha sempre lavorato nel settore del commercio dei fiori, è uno choc. Ma prova a resistere. Viene portato a Santa Maria Capua Vetere, il carcere che sorge a pochi metri da una discarica e per questo è invaso da un odore nauseabondo. Il carcere costruito senza una rete idrica per cui la doccia si fa una volta a settimana e con un filo di acqua color ruggine.
Ma è in quei momenti che capisce cosa voglia fare da 'grande'. E lo racconta in un post apparso sui social: "Sono innocente. E vorrei una pizza. Ho pensato a questa frase così intensamente che a volte mi sembrava di essere diventato pazzo. Immaginate di svegliarvi una mattina e di perdere il lavoro, le amicizie, la libertà. Immaginate che per un errore giudiziario (un giudizio, appunto), la vostra vita venga distrutta come un martello feroce contro un vetro. Letteralmente strappata via dalle mani, lasciandomi solo e disperato con 2 o 3 pezzettini in mano. L’unica speranza è stata per me il ricordo della verità. “Sono innocente. E vorrei una pizza” E ve lo dico: in 3 anni tanti sapori si dimenticano. Ma la pizza no. La pizza è come l’innocenza: te la tieni dentro, marchiata a fuoco. Io oggi vi racconto il mio dramma per spiegare il mio sogno realizzato. Con Apprendista Pizzaiolo ho avuto il più grande riscatto del mio dolore, del mio sacrificio e della mia battaglia. Ho riottenuto ciò che era mio. Volevo dire a tutti questa frase da troppo tempo. Perché quando la vita ti toglie la vita stessa e tu ti aggrappi comunque alla verità, alla fine ce la fai. Adesso è così: ho creato Apprendista Pizzaiolo, funziona perché è sincero, non tiene segreti. E ogni giorno, quando entro o sento il rumore della serranda che si alza, sorrido tra me e me e penso ancora: “Sono innocente. E vorrei una pizza”.