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L'anfiteatro campano: l'arena dei gladiatori seconda solo al Colosseo

Quasi 2mila anni di storia, fu innalzato tra la fine del I e gli inizi del II secolo d.C.

Lo sapevate che l'anfiteatro campano di Santa Maria Capua Vetere, eccellenza purissima della provincia di Caserta, è secondo per grandezza solamente al Colosseo di Roma. Con i suoi 165 metri sull’asse maggiore e 135 metri su quello minore a livello dell’arena, è un'opera di età graccana, innalzata quasi 2000 anni fa (fu innalzato tra la fine del I e gli inizi del II secolo d.C.). 

Come per il Colosseo nell'anfiteatro sammaritano si sono tenuti migliaia di spettacoli tra gladiatori. Presenta (o meglio presentava) 240 busti a rilievo di divinità, tra le quali: Giove, Giunone, Demetra, Diana, Mercurio, Minerva, Volturno, Apollo, e Mitra, oltre a teste di Pan, satiri e maschere teatrali. Se ne conservano solo 20 in loco, poche altre al Museo Archeologico Nazionale di Napoli ed al Museo Provinciale Campano, mentre la gran parte furono poi riutilizzate come materiali di spoglio.

Le parti ornamentali sono andate quasi tutte perdute ad eccezione di una Venere, il c.d. Adone ed il gruppo di Amore e Psiche; si sono invece conservati i plutei frontonali e le balaustre dei varchi di accesso agli spalti. C'è poi un ingresso principale che consentiva di raggiungere i sotterranei, per arrivare alle gabbie degli animali senza passare dai porticati.

Ci fu un violento saccheggio nel 456 d.C. ma fu riparato nel 530 d.C. Durante il dominio gotico e longobardo l’edificio continuò ad avere funzione di arena; poi, dopo la distruzione della città nell’841 d.C. ad opera dei Saraceni, venne trasformato in una fortezza. A partire dal periodo della dominazione sveva divenne cava di estrazione di materiali lapidei reimpiegati nella costruzione degli edifici della città.

Annesso all’Anfiteatro è il 'Museo dei Gladiatori' dove, con innovative soluzioni espositive, sono stati per la prima volta presentati al pubblico gli elementi superstiti della decorazione dell’Anfiteatro Campano. Al centro della sala è stato collocato un plastico che riproduce lo stato attuale dell’edificio ed il suo aspetto originario. Nella prima vetrina è anche esposta una selezione di materiali ceramici rinvenuti nell’area dell’anfiteatro e frammenti scultorei pertinenti alla sua decorazione architettonica: mensole a testa di bue, un frammento di lacunare e parti delle balaustre in marmo che ornavano la cavea.

Insomma un luogo di grande cultura di certo di gran lunga meno conosciuto (e visitato) del Colosseo. Una eccellenza che tutta la Regione ha l'obbligo di valorizzare per esportare cotanta bellezza in tutta l'Italia e nel mondo. 

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