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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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Acquedotto Carolino, un’opera realizzata per i giochi d’acqua della Reggia

Ben 17 anni per costruirlo: una delle opere più importanti realizzate da Borbone e dall'architetto Vanvitelli

Acquedotto Carolino, un’opera realizzata per i giochi d’acqua della Reggia. Oltre 250 anni di storia con il re Carlo III di Borbone che decise di trasportare l'acqua del fiume Fizzo al Palazzo reale e alle zone limitrofe. La prima pietra è data 1753, e ci vollero ben 17 anni per completarlo sotto la direzione di Luigi Vanvitelli. 

L'obiettivo fu anche quello di alimentare le filande di San Leucio e la Reggia di Carditello. Il condotto è segnalato da 67 torrini ed ha una pendenza di 1/2 mm per metro; passa dal territorio beneventano a quello casertano grazie al monumentale viadotto dei “Ponti della Valle”, a tre ordini di arcate sovrapposte e lungo 500 metri.

Vanvitelli smentì tutti i teologi

L'Acquedotto Carolino è ancora considerato una delle più importanti realizzate dai Borbone e rappresenta un grande successo per Vanvitelli. L’architetto riuscì a smentire tanti teologi che avevano affermato che mai e poi mai l’acqua del Fizzo sarebbe potuta giungere a Caserta. I calcoli di Luigi Vanvitelli e collaboratori uniti alle abilità dei manovali avevano infine consentito di superare ogni difficoltà, non ultima quella di riuscire a dare al condotto una pendenza minima per metro di percorso.

Ad opera finita, il celebre Acquedotto Carolino portò acqua fino a sant’Agata dei Goti, oltre che a San Leucio, ai mulini, alle vasche, alle fontane, alle peschiere, ai giardini e agli impianti idrici dell’intero palazzo reale e della città di Caserta, oltre a risolvere i problemi legati all’irrigazione dei campi, all’abbeveraggio del bestiame, e alle fabbriche dei pastifici.

Come visitarlo

L’opera è godibile in qualsiasi ora del giorno ed anche di sera tarda se c’è la luna piena. Se si sale il monte Garzano (basta seguire le indicazioni per il santuario di san Michele Arcangelo), subito si passa l’arcata che porta le grandi lapidi commemorative della costruzione dell’acquedotto. Poi, a mezza costa del monte, si passa sotto un’arcata dell’ultimo livello degli archi del condotto. Da lì la veduta dei Ponti della Valle mozza il fiato. Si può notare da qui anche la bianca costruzione dell’Ossario dei garibaldini. Questa costruzione è sulla destra della strada, per chi proviene da Maddaloni.

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