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Farmacisti in sciopero; ricette spedite a Limatola

Caiazzo - Ticket sulle ricette. I farmacisti protestano “per non essere protestati”? Ed i pazienti furbi si recano a Limatola (da Piana, Caiazzo e dallo stesso comprensorio casertano) ed Amorosi (da Castel Campagnano, Ruviano, Alvignano e dal...

Ticket sulle ricette. I farmacisti protestano “per non essere protestati”? Ed i pazienti furbi si recano a Limatola (da Piana, Caiazzo e dallo stesso comprensorio casertano) ed Amorosi (da Castel Campagnano, Ruviano, Alvignano e dal restante entroterra matesino): comuni vicini ma appartenenti alla provincia di Benevento che non ha aderito allo sciopero, proclamato invece fino al 22 febbraio per le province di Napoli e Caserta. Fatta la legge, trovato l’inganno; finché però non ci ha messo lo zampino la Federfarma, associazione di categoria che con una nota ufficiale ha invitato i farmacisti dei comuni di “frontiera” cioè contigui a non accettare ricette e soprattutto non consegnare farmaci in esenzione a persone provenienti da altri Comuni in cui è in vigore il ticket. Ma per un farmacista sarà lecito rifiutare un farmaco ad un paziente perché lo ha chiesto il sindacato? Tornando al ticket, a quant’è dato sapere è stato imposto dalla Regione con la vana prospettiva di risanare le finanze disastrate, secondo la pubblica opinione, non solo dai super onorari attribuiti a manager di nomina politica, che spesso si rivelerebbero incompetenti o “distratti”, tanto che molti ospedali sono finiti nel mirino e forse tanti altri dovrebbero finirci per scandali mai emersi, vedi porte ascensori del “San Sebastiano” (merita davvero la denominazione di ospedale “civile”?): troppo strette per i letti dei degenti, per questo costretti ad essere trasportati su barelle a proprio rischio e pericolo. Ma anche per le costosissime apparecchiature mai entrate in funzione, lasciate ad arrugginire negli scantinati o guaste da una vita, con immaginabile beneficio di alcuni centri privati convenzionati, sulla cui effettiva titolarità ugualmente parrebbe opportuna un’inchiesta. Intanto ne fanno le spese i pazienti, ma anche i farmacisti, come si evince dal comunicato della Federfarma casertana, non a caso intitolato “Protestiamo per non essere protestati”, dal qual però risulta testualmente: “la sospensione dell’assistenza diretta e quindi la non erogazione dei farmaci da parte delle farmacie private convenzionate, ai cittadini delle province (non provincie, ndr!) di Caserta e Napoli “fino a tutto il 18 febbraio”.

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