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Umberto Veronesi: chi usa sigaretta elettronica smette di fumare nel 60% dei casi

(Roma) «Se tutti coloro che fumano sigarette tradizionali si mettessero a fumare sigarette senza tabacco (le sigarette elettroniche) salveremmo almeno 30.000 vite all'anno in Italia e 500 milioni nel mondo. Oggi stiamo dibattendo quindi del più...

(Roma) «Se tutti coloro che fumano sigarette tradizionali si mettessero a fumare sigarette senza tabacco (le sigarette elettroniche) salveremmo almeno 30.000 vite all'anno in Italia e 500 milioni nel mondo. Oggi stiamo dibattendo quindi del più grave problema sanitario del nostro secolo: lo stop al fumo. Per questo abbiamo il dovere morale di studiare scientificamente la sigaretta smoke free, e all'Istituto europeo abbiamo deciso di farlo». Umberto Veronesi, Direttore Scientifico, ha presentato così ieri alla stampa i risultati dello studio pilota e le nuove ricerche in programma allo IEO sulla sigaretta senza tabacco. «Il dibattito sulla sigaretta tobacco free - continua Veronesi - si è concentrato soprattutto sul mercato: chi le deve vendere, quali interessi nascondono e se lo Stato ci deve, o può, guadagnare; pochi si sono soffermati sul cuore della questione: la salute dei cittadini. Le centinaia di morti quotidiane dovute al tabacco vengono ignorate ed è ignorato il loro dolore. Addirittura il nostro Stato, attraverso il Monopolio sui pacchetti di sigarette, lucra su questa tragedia invece di combatterla con ogni mezzo che la ricerca scientifica mette a disposizione».
«Dopo anni di equivoci scientifici, oggi vi è consenso sul definire il fumo di sigaretta non un "vizio", bensì una malattia specifica, la dipendenza, che non può essere trattata come le altre - dichiara Carlo Cipolla, Direttore della Divisione di Cardiologia – E' certo che nessun intervento di disassuefazione, (sigaretta senza tabacco compresa) può funzionare da solo, come avviene ad esempio per l'antipertensivo giusto in un iperteso, ma deve necessariamente essere parte di un percorso, di un protocollo scientifico controllato e multidisciplinare, che duri nel tempo e che richieda l'intervento di più attori intorno al fumatore, il suo medico innanzitutto. In un contesto dove la lotta al fumo è negletta, e i risultati ottenuti molto scarsi, non possiamo rischiare di oscurare il potenziale della sigaretta senza tabacco che potrebbe al contrario rivelarsi di grande efficacia. Per questo abbiamo realizzato uno studio approvato sia da Emea che dall'ente americano per la sperimentazione».
Lo studio è stato è stato promosso da IEO e ha coinvolto l'Ospedale San Raffaele di Milano e il Centro Cardiologico Monzino di Milano, con l'obiettivo di testare l'utilità dell'impiego della sigaretta senza tabacco e senza nicotina in pazienti affetti da tumore o da infarto miocardico recente, fumatori di almeno 10 sigarette al giorno da almeno 10 anni, come elemento aggiuntivo all'attività di counselling normalmente esercitata da personale medico dedicato. Il razionale per un utilizzo della sigaretta tobacco free è che è scientificamente dimostrato un effetto anti-craving (il craving è un desiderio compulsivo, una necessità profonda ed acuta) della sigaretta senza tabacco, evidenza che lascia ipotizzare una sua possibile efficacia nei protocolli di disassuefazione dal fumo.
«I risultati sui 65 pazienti arruolati – continua Cipolla- mostrano che dopo 6 mesi chi usa la sigaretta elettronica smette di fumare nel 60% dei casi, contro la metà (32%) di chi non la utilizza. Anche chi non riesce a smettere, riduce drasticamente il numero di sigarette fumate (meno 10) mentre chi non la usa riduce in maniera inferiore (circa 6). Il 60% dei pazienti dà un buon giudizio sulla sigaretta senza tabacco e l'80% la giudica un buon modo per ridurre il numero di sigarette fumate. Sulla base di questi dati riteniamo che sarebbe delittuoso non continuare a studiare uno dei pochissimi mezzi che abbiamo trovato contro il più potente killer conosciuto».
«Far smettere di fumare un fumatore senza privarlo della sigaretta, è un'ipotesi affascinante per la ricerca scientifica – dichiara Gabriella Pravettoni, Direttore dell'Unità di Ricerca Applicata in Psicologia – Così affascinante, che merita di essere scandagliata nei minimi dettagli perché non rimanga solo un sogno. Dobbiamo quindi prendere atto che, malgrado il boom del consumo della sigaretta senza tabacco in molti Paesi occidentali, non c'è ancora evidenza scientifica circa la sua efficacia nella disassuefazione nel lungo termine. I dubbi in questo senso sono molto profondi. Quello più diffuso è legato al principio della psicologia che afferma che ciò che non viene elaborato, tende ad essere ripetuto. Nel caso del fumo, questo significherebbe che se non ci si libera dalla dipendenza psicologica (elaborazione) dalla sigaretta, prima o poi alla sigaretta si torna. Per verificare se questo è vero o no per la sigaretta senza tabacco – continua Pravettoni - bisogna capire esattamente cosa succede al fumatore quando passa alla sigaretta smoke free, analizzando tutti i parametri: comportamentali, clinici, psicologici. Per questo abbiamo messo a punto un nuovo ampio studio clinico controllato che contiamo possa finalmente dare risposte scientifiche più sicure».
«Abbiamo pensato di reclutare i volontari per il nuovo studio fra i partecipanti al nostro programma di screening del tumore del polmone (COSMOS, Continuous Observation of SMOking Subjects): in totale, ad oggi, 11.200 forti fumatori di più di cinquant'anni. – conclude Giulia Veronesi, Direttore dell'Unità Prevenzione e Diagnosi Precoce del Tumore del Polmone – Verranno arruolati 200 fumatori che saranno seguiti per 6 mesi, valutati dopo 1 anno e poi monitorati a lungo termine, fino a 5 anni, essendo legati alla durata di Cosmos. Questa possibilità di osservazione prolungata e costante rende unico il nostro studio a livello internazionale. Fino ad ora abbiamo osservato che il fatto di partecipare ad un programma di screening ha un impatto ancora lieve sulla disassuefazione: il tasso di sospensione del fumo è dell'8% in 5 anni. Studi precedenti sulla TFC hanno dato segnali incoraggianti ma dobbiamo confermare il dato con uno studio indipendente che abbia un gruppo di controllo che non utilizza TFC e due bracci, uno che utilizza TFC con nicotina e l'altro senza, per un monitoraggio attento delle dosi e dei potenziali effetti collaterali. Dobbiamo trovare uno strumento in più da utilizzare nel complesso rapporto medico–fumatore, da affiancare allo screening per rescindere definitivamente la dipendenza dal tabacco. La Tobacco Free Cigarette è una speranza che merita un approfondimento scientifico completo».

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