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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Dieta mediterranea e movimento ottimi rimedi contro il tumore alla prostata

Marcianise - Il 25% dei casi di cancro al colon-retto, il 15% di quelli alla mammella ed il 10% di quelli alla prostata, pancreas ed endometrio potrebbero essere evitato aderendo alle indicazioni della dieta mediterranea. Ma un'alimentazione...

Il 25% dei casi di cancro al colon-retto, il 15% di quelli alla mammella ed il 10% di quelli alla prostata, pancreas ed endometrio potrebbero essere evitato aderendo alle indicazioni della dieta mediterranea. Ma un'alimentazione scorretta è soltanto uno dei tanti fattori implicati nello sviluppo di un tumore. Non conta solo ciò che si mette nel piatto: la dieta mediterranea deve essere interpretato come uno stile di vita in cui contano anche gli orari regolari dei pasti, le quantità limitate di cibo, il movimento regolare. Perché l'alimentazione rientra nella grande famiglia dei fattori di rischio modificabili in quanto correlati allo stile di vita della persona. Le verdure, per esempio, possono esercitare un'azione protettiva nei confronti del tumore del polmone ma tale beneficio può essere insufficiente se la persona che le consuma regolarmente è un accanito fumatore.
Il tumore della prostata è la più frequente neoplasia maschile che ogni anno in Italia fa registrare circa 23.500 nuovi casi e 7000 decessi. La prostata è un piccolo organo adibito alla produzione del liquido seminale. Per giocare d'anticipo sulla neoplasia piu' diffusa tra gli uomini, che registra 36mila nuove diagnosi nel 2013, si devono quindi privilegiare ortaggi gialli e verdi, olio d'oliva e frutta. Cosi' facendo si puo' allontanare il rischio di contrarre il tumore che, comunque, rispetto al passato fa sempre meno paura: nell'ultimo decennio la mortalita' e' diminuita del 10%. Questo grazie anche alle innovative terapie ora disponibili, che consentono un aumento della sopravvivenza e una migliore qualita' di vita dei malati.
La neoplasia della prostata si manifesta quando le cellule che compongono i suoi tessuti aumentano incontrollatamente di volume. Il paziente ha la necessità di urinare frequentemente (soprattutto nelle ore notturne), soffre d'impotenza, ha un forte senso di bruciore e/o dolore durante l'espulsione dell'urina o nel momento dell'eiaculazione, presenta tracce di sangue nello sperma o nelle urine. Quando il tumore è in stadio avanzato, il paziente, oltre a sintomi come stanchezza, vomito, nausea, perdita di appetito, può soffrire di forti dolori alle cosce e di rigidità nella zona pelvica. Oltre l'età (superiore ai 50 anni), altri fattori di rischio sono rappresentati da una dieta squilibrata carica di grassi saturi (cibi fritti, insaccati, carne rossa..) e dalla presenza di altri casi in famiglia. Il cancro della prostata può essere identificato tramite il test del PSA (Antigene Prostatico Specifico). Attraverso una semplice analisi del sangue si controlla il livello nel plasma di questa proteina. Il carcinoma della prostata è diagnosticabile anche attraverso un'esplorazione rettale con la quale il medico può verificare l'ingrossamento della ghiandola prostatica. Le terapie per contrastare il tumore sono: prostatectomia (rimozione chirurgica della prostata), radioterapia, brachiterapia (una radioterapia mirata con inserimento di semi radioattivi all'interno della ghiandola), ormonoterapia (attraverso farmaci che bloccano la riproduzione degli ormoni maschili). La chemioterapia per il carcinoma prostatico è presa in considerazione solo negli stadi più avanzati quando il tumore diventa refrattario alle terapie ormonali. In Italia ogni anno sono circa 23500 le nuove diagnosi di questa neoplasia. La probabilità di sviluppare il tumore è di 1 caso su 8 tra i 60 e gli 80 anni. Se è riconosciuto in fase iniziale la sopravvivenza si avvicina al 100%.

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