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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Politica Via Salvatore Maielli

La guerra nel Pd. Tresca contro Zagaria: "Il congresso subito non serve"

Il segretario di Caserta: "C'è chi pensa solo a sé e divide il partito"

La sconfitta di Carlo Marino in Provincia non è solo del commissario provinciale Franco Mirabelli. Ne è convinto il segretario Pd della città di Caserta Enrico Tresca che, dunque, si mette su posizioni diverse da quelle espresse nei giorni scorsi dal capogruppo provinciale Raffaella Zagaria, che invece aveva chiesto la convocazione immediata del congresso provinciale per mettere fine al commissariamento del partito. 

"La vicenda della Provincia con la sconfitta di Carlo Marino, sindaco PD della città capoluogo impegnato nella concretezza di un’esperienza di governo innovativa, è frutto di una incapacità, che si è consolidata nel corso degli anni, di decidere che cosa significa per noi fare squadra - afferma Tresca -. Si è manifestata un’assenza. L’assenza, soprattutto nei nostri rappresentanti istituzionali, di un’idea chiara di che cosa significhi assumersi la responsabilità di governare i processi delicati che pesano sulle vite di una comunità, di garantire beni comuni quali scuole o strade. In molti, in troppi, forse la maggioranza di loro hanno scelto di misurare solo sè stessi e non di costruire un progetto comune, e hanno la responsabilità di aver diviso il PD e disorientato i militanti di Terra di Lavoro".

Ed aggiunge: "Spiace dirlo, ma questo atteggiamento si vede anche nella modalità con cui vengono esercitate influenze su enti importanti che governano i servizi per la salute dei cittadini o l’ambiente o le politiche industriali nella nostra terra. In questo c'è davvero poca differenza dal vecchio centrodestra, e infatti si rischia di resuscitarlo o di alimentare populismi. Come migliorare i servizi al territorio e garantire il buon funzionamento della burocrazia per favorire investimenti, lavoro, redistribuzione di ricchezza, uguaglianza e inclusione sociale è troppo spesso secondario nel nostro discorso pubblico, per non dire nel dibattito interno. È il momento di dire per fare cosa vogliamo il potere, per quale proposta di società che superi la miseria morale e materiale che ci sbattono sotto il naso le più svariate statistiche. E va detto con i fatti, visto che amministriamo larghe parti di questa provincia".

Poi il riferimento diretto alla Zagaria: "Qualcuno tra noi ha indicato nei giorni scorsi presunte responsabilità e proposto soluzioni, che però sembrano semplificazioni ulteriormente divisive. A cosa serve individuare nel commissario provinciale il responsabile di turno, o suggerire un nuovo congresso provinciale senza una discussione preparatoria? Per fare cosa? Per continuare a contarci senza parlare, a litigare invece di agire con lungimiranza nel momento in cui siamo forza di governo locale e vogliamo restarlo a livello nazionale? Se il problema è una classe dirigente all’altezza dei compiti e delle sfide, certo non servono tavoli riservati a pochi istituzionali, ma non abbiamo neanche bisogno di capri espiatori. Abbiamo bisogno di luoghi in cui poterci confrontare e tracciare una linea politica alla quale tutti, a partire dagli eletti, debbano attenersi. E in cui, soprattutto, includere e sostenere la speranza di rompere incrostazioni di malgoverno e malaffare in tanti nostri concittadini, giovani e meno, che invece questa speranza l’hanno persa e non la ripongono più in noi, nel PD. Partiamo allora dalla assemblea dei segretari di circolo per costruire un nuovo discorso politico. Ripartiamo soprattutto valorizzando le buone pratiche in corso in tanti comuni da noi amministrati, e rendiamole paradigma di un nuovo corso. Ricostruiamo dalle esperienze in cui si sono superate le divisioni in nome di un progetto politico, com’è successo a Caserta dopo le primarie del 2016, e lavoriamo perché il Partito sia garante verso i cittadini che le amministrazioni da noi governate trasformino davvero i progetti in fatti. Noi non dobbiamo vincere per forza, dobbiamo però essere in grado di gestire il potere a servizio delle comunità, e dunque essere in grado di interpretare e dare risposta alle aspettative che esse esprimono con la nostra azione di governo".

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