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Il Pd casertano è già in guerra. Nella commissione del congresso anche l'ex sindaco 'non tesserabile'

Tensione sull'asse Picierno-Oliviero. Boccia firma le nomine dopo le dimissioni di Mauri. Per Bonaccini si prospetta una "primavera calda" in salsa casertana

L'addio del commissario Matteo Mauri non sembra aver placato la guerra interna che si sta accendendo nel Partito democratico di Caserta in vista delle Primarie di fine febbraio. Un appuntamento elettorale che, in piena tradizione Democrat, sembra aver ridato fiato a vecchi rancori e livori mai sopiti.

Le dimissioni, dicevamo, non sono bastate. Mauri ha lasciato l’incarico perché non riusciva a trovare la quadratura del cerchio sulla commissione provinciale per il congresso. Colpa, si raccontava pochi giorni fa, della decisione dell’europarlamentare Pina Picierno (vice segretaria nazionale in pectore in caso di vittoria di Stefano Bonaccini) di voler inserire l’ex sindaco di Sessa Aurunca Silvio Sasso.

Un nome che è diventato il simbolo della discordia, come era facilmente immaginabile. L’ex fedelissimo del presidente del consiglio regionale Gennaro Oliviero, mandato a casa mentre era sindaco proprio su input del politico regionale, che alle ultime amministrative di Sessa, nel 2021, si è candidato a sindaco contro il Pd. E che, proprio per questo motivo, non può essere tesserato fino al 2023.

Ma nel Pd “tutto è possibile”. Così, prima di abbandonare la Campania, il commissario regionale Francesco Boccia ha firmato in prima persona, dopo le dimissioni di Mauri, la commissione provinciale di Caserta. Inserendo proprio il nome di Sassso insieme a quelli di Giovanni Comunale di Caserta, Costantino Leuci di Piedimonte, Francesco Gatto di Aversa, il consigliere provinciale Alessandro Landolfi, Pino Moretta di Marcianise, Laura Treviso, l’assessore di Caserta Annamaria Sadutto, Benedetta del Vecchio, Barbara Golino e l’ex segretaria Cgil Camilla Bernabei.

Apriti cielo: è iniziato il tam tam di telefonate, tra minacce di ricorsi e tentativi di trovare una intesa. Anche perché, fanno notare alcuni, Boccia non avrebbe avuto il “titolo” per nominare la commissione del congresso per la provincia di Caserta. Dopo l’addio di Mauri, sarebbe spettato a Letta o ad un suo delegato. Ma così non è stato. Boccia ha lasciato l’incarico regionale in Campania dopo aver ufficializzato le commissioni provinciali, non mancando di rispondere ‘piccatamente’ a chi ne aveva chiesto le dimissioni già tempi addietro. Ma le sue ultime ore non lo avranno sicuramente aiutato a farsi apprezzare di più.

Il vero problema, che si sta venendo a creare nel Pd casertano, sempre in difficoltà a trovare una sintesi (e tra i più commissariati a livello nazionale…) è che la nuova ‘faida interna’ è tutta targata ‘Bonaccini’. Da un lato, infatti, ci sono l’europarlamentare Picierno ed il deputato Stefano Graziano; dall’altro il consigliere regionale Oliviero. Tutti dirigenti che si trovano, sulla carta, sulla stessa sponda del fiume. Sulla carta, però…

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