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Giovedì, 25 Aprile 2024
Politica

Caos Pd: stop alla commissione provinciale. Caserta è già un ‘caso nazionale’

Contestata la firma di Boccia prima dell’addio. La mossa in extremis dell’ex sindaco di Sessa non è bastata

Da un lato la commissione nazionale di garanzia che aveva ‘quasi avallato’ la commissione provinciale per il congresso; dall’altro, il secondo documento che sconfessa l’operato del commissario regionale Francesco Boccia a poche ore dal suo addio.

Non è iniziato da neanche una settimana il percorso di avvicinamento alle Primarie che il Partito democratico di Caserta rischia di diventare subito un “caso nazionale”. Colpa della commissione provinciale per il congresso nominata da Francesco Boccia poche ore prima di lasciare l’incarico in Campania, dopo le polemiche che erano scaturire (e che avevano portato già alle dimissioni del commissario provinciale Matteo Mauri) sulla presenza dell’ex sindaco di Sessa Aurunca Silvio Sasso, “non tesserabile” per lo statuto dei Democrat essendosi candidato nel 2021 contro il Pd alle elezioni amministrative.

Eppure Sasso aveva tentato la “mossa in extremis”: il 14 gennaio, insieme all’altro consigliere di Sessa Massimo Schiavone, ha richiesto ufficialmente l’adesione al gruppo Pd in consiglio comunale (elemento che li porterebbe a far parte di un gruppo di maggioranza a sostegno del sindaco Di Iorio). E, con questa richiesta, è stata avanzata una richiesta di chiarimenti alla commissione nazionale di garanzia che aveva “quasi avallato” l’adesione, rimandando comunque l’ultima parola al territorio.

Ma la guerra intestina tra l’europarlamentare Pina Picierno ed il presidente del consiglio regionale Gennaro Oliviero non si è fermata. Al punto da spingere il presidente della commissione regionale per il congresso Franco Roberti a chiedere chiarimenti a Roma. La risposta è stata chiara: Boccia non poteva nominare la commissione provinciale di Caserta; evidenziando, inoltre, che quel ruolo sarebbe spettato alla commissione regionale.

A questo punto, dunque, la commissione provinciale di Caserta dovrebbe essere depennata in toto. Ma i problemi non finiscono. Perché secondo l’indicazione di Roma, la commissione regionale avrebbe dovuto nominare quella provinciale entro il 18 gennaio. Ma i tempi ormai sono scarti. A questo punto, per risolvere la partita (tutta interna alla compenente che sostiene il governatore dell'Emilia Romagna Stefano Bonaccini) è immaginabile che la decisione possa finire nelle mani della commissione nazionale per il congresso.

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