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Un incontro per il “nuovo Pd” fa scoppiare la guerra nel “vecchio Pd”

La Sgambato a gamba tesa: "Il commissario all'oscuro: inviti fatti ad excludendum"

Un incontro per il “nuovo Pd” fa scoppiare la guerra nel “vecchio Pd”.

L’iniziativa organizzata per questa sera alle ore 19 presso l’hotel Royal di Caserta (sembra su input del neo deputato Stefano Graziano) dal titolo “Verso il congresso costituente per il nuovo Partito democratico” ha fatto andare su tutte le furie l’ex deputata Camilla Sgambato.

“Ho chiesto informazioni al commissario Matteo Mauri che ha risposto di non saperne assolutamente nulla. Ma come? Si fa un’iniziativa con il simbolo del Pd, senza altre informazioni, senza che il commissario venga informato?” Sbotta la delegata della direzione nazionale sui social. “So soltanto, per certo, che gli inviti sono stati selettivi, a chi si ed a chi no, usando però impropriamente un simbolo che rappresenta, fino a prova contraria, tutti coloro che, come me(ancora membro di direzione nazionale), considerano ancora il partito come la propria casa”.

Per l’esponente di Santa Maria Capua Vetere “queste iniziative si chiamano “Conventio ad excludendum”, tradotto: “più pochi siamo più belli sembriamo”. Proprio ciò che serve ora al Pd. Allora partiamo dai fondamentali: se si usa il simbolo, deve organizzarli il commissario, super partes, che non va scavalcato, né delegittimato a sua insaputa.

Se invece è un’iniziativa di parte, allora vanno specificati i nomi di chi ha organizzato. Legittimamente, per carità. Ma si palesino. Altrimenti si perpetuano irresponsabilmente gli errori commessi prima, durante e dopo la  campagna elettorale. Per provare a rifondare un partito che sta scomparendo nelle logiche delle fazioni, nella palude delle incertezze e della mancanza di identità, in un mondo che nel frattempo sta bruciando, servirebbe  senso altissimo di responsabilità, servirebbe una discussione vera, seria e concreta, che io peraltro ho chiesto al commissario, non un’ iniziativa che ha il sapore di una prosecuzione della campagna elettorale. Servirebbe  solidarietà tra i gruppi dirigenti, pur nella pluralità di vedute, servirebbe il partito dei militanti, degli iscritti  e dei dirigenti, che si apra a forze esterne. Ma, visto che noi tutti abbiamo dato prova di irresponsabilità (e a quanto pare continuiamo a farlo), spetta al Commisario farlo. Ed invece, dopo averlo voluto, lo si delegittima, organizzando riunioni al suo posto, senza neanche avvertirlo”.

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