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Sfiducia, ore cruciali. Il sindaco studia la 'exit strategy': la palla al presidente del Consiglio

Oggi la conferenza dei capigruppo: ecco le date per poter votare la mozione in aula

Sei pagine in cui vengono ripercorsi i passaggi del programma elettorale con cui Antonello Velardi si era candidato a sindaco, per poi sottolineare le carenze ed i problemi che si sono venuti a creare soprattutto nella gestione del personale dell'Ente e la bocciatura del piano assunzioni, tanto caro al Partito democratico che ne ha fatto una battaglia da circa un anno. Sono questi i punti centrali della mozione di sfiducia firmata da 13 consiglieri comunali (in ordine Tommaso Acconcia, Luciano Buonanno, Telia Frattolillo, Gennaro Laurenza, Enzo Galantuomo, Giovanni Battista Vallosco, Dario Abbate, Domenico Amarando, Giuseppe Moretta, Giuseppe Bucci, Pasquale Guerriero, Pasuqale Salzillo, Paola Foglia) a cui si aggiungerà in aula anche il voto di Antimo Zarrillo di Marcianise nel Cuore, in questi giorni fuori per lavoro.

Una mozione di sfiducia, quella che punta a mettere fine all'esperienza amministrativa di Antonello Velardi, nella quale non hanno trovato spazio altri punti importanti di tensione, come l'accordo con l'Inteporto (oggi finito al centro di un'inchiesta della Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere): "Abbiamo voluto fare un excursus di quanto realizzato del programma elettorale su cui il sindaco aveva chiesto la fiducia nel 2016: tra il programma e la realtà, dopo 3 anni di amministrazione, non c'è corrispondenza. Sarebbe sufficiente questo per dare un senso alla mozione di sfiducia" scrivono i firmatari.

"In questi tre anni - aggiungono - il sindaco non ha voluto un potenziamento degli uffici che erogano servizi al cittadino; ha ingrossato, invece, la pletora di uffici di staff o raddoppiato figure dirigenziali e di alta professionalità, aumentando in tal modo la spesa per il personale. Poi ha fatto un piccolo passo indietro. La pessima gestione di questi tre anni ha irrigidito in maniera drammatica il bilancio comunale che rischia di collassare. L'azione del sindaco e del suo esecutivo appare dettata da assoluta approssimazione, assecondando spesso gli umori del capo dell'amministrazione. Un'azione amministrativa ondivaga che non segue una linea organica. La maggioranza amministrativa è in una crisi permanente dallo scorso gennaio, con assessori dimissionari ancora in carica. E' ora di chiudere questa esperienza amministrativa".

Velardi, per ora, ha preferito non commentare la mozione di sfiducia. Giovedì pomeriggio in Comune si sono visti gli assessori, mentre lui si è recato in un ospedale di Napoli per trovare una bambina di Marcianise ricoverata di cui ha parlato nel suo 'Diario'. Per la crisi neanche un cenno. Ne ha parlato con alcuni amministratori a lui vicini, ma un'idea chiara su come affrontare questa sfida ancora non c'è. E' probabile che studi una 'exit strategy' comunicativa per tentare di rintuzzare i colpi di questa azione che lo mette non poco in difficoltà (soprattutto sul piano dell'immagine).

Oggi è in programma la conferenza dei capigruppo convocata per mettere all'ordine del giorno del prossimo consiglio comunale la delicata vicenda dell'Interporto, ma naturalmente sarà l'occasione per tentare di far convocare subito anche la discussione sulla mozione di sfiducia che, per regolamento, non può essere discussa prima di 10 giorni dalla richiesta ufficiale (e non oltre i 30 giorni). Di fatto il range temporale per la discussione in aula andrebbe dal 7 al 27 ottobre. Ora la palla passa nelle mani del presidente del consiglio comunale Antimo Rondello. Ma se le cose dovessero andare per le lunghe (con una convocazione verso fine ottobre) non è escluso che si possa tornare a discutere di un appuntamento dal notaio per chiudere prima l'esperienza amministrativa. 

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