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Elezioni. La strategia attendista di Marino, le mosse del Pd ed il rischio "implosione" dei nemici

Tanto attivismo tra gruppi civici e movimenti che però hanno difficoltà a dialogare seriamente per costruire un'alternativa credibile. Dal centrodestra selfie e poco altro

La città è piccola e la gente mormora. Fotografia emblematica di Caserta che, pur nelle vesti di Capoluogo di provincia, continua ad essere una “piccola città” in cui si sa “tutto di tutti” e dove basta mettere una voce in circolazione perché la stessa propaghi nell’etere.

Una condizione sfruttata, spesso, anche in politica. Ed in particolare al Comune di Caserta, dove il sindaco uscente Carlo Marino ha fatto del “dividi et impera” il punto di partenza per la gestione dell’amministrazione comunale. Se c’è una capacità che l’avvocato del Partito democratico ha dimostrato in questi primi cinque anni di amministrazione è quella di riuscire a trovare la quadratura del cerchio (intendendo i numeri in consiglio comunale) quando ce n’era bisogno. Tenendo tutti i gruppi a debita distanza tra di loro, evitando di farli coalizzare e cercando di separare i singoli consiglieri comunali dai propri riferimenti provinciali e regionali.

Un percorso simile si sta cercando di fare per organizzare le prossime elezioni. Marino si è ‘auto candidato’ da oltre due mesi, come è normale che sia essendo un sindaco uscente. Ma attorno a lui, per ora, c’è ben poco. Anzi, verrebbe da dire: oltre il Pd, nulla. Tante anime che si battono (e si sbattono) ma che, ad oggi, difficilmente fanno pensare a liste concrete.

Anche perché, fuori dai contorni dell’amministrazione comunale, c’è fermento: gruppi e movimenti civici a cui si aggiungono anche alcuni partiti più strutturati (vedi Italia Viva e Noi Campani) che stanno ragionando sul futuro. Che, a loro dire, sembra tutt’altro che scritto.

Il vero pericolo per Marino è che tutto questo “attivismo” si possa coalizzare contro di lui ed a quel punto ci sarebbero gatte da pelare per il sindaco uscente e per lo stesso Pd. Il partito che, nei giorni scorsi, ha fatto affiggere un manifesto per la città facendo appello “alle forze democratiche, popolari e progressiste della città di Caserta che si riconoscono nel campo del centrosinistra nelle sue cornici regionale e nazionale” per unire “le forze” e operare “insieme per aumentare i livelli di coesione e di integrazione sociale a Caserta”. Una mossa, ai tempi dei social e dello “streaming media”, che è sembrato più un tentativo di “far vedere” un’apertura che non una reale disponibilità al confronto con chi, oggi, non è sulle stesse posizioni del sindaco uscente. Anche all’interno dello stesso Partito democratico.

Ma fin quando ci sarà questa divisione dei “nemici”, Carlo Marino potrà dormire sogni tranquilli. Fin quando ‘Speranza per Caserta’ continuerà a fare la guerra al gruppo di ‘Io firmo per Caserta’ senza invece cercale un dialogo che, a dire il vero, sembra quasi "naturale"; fin quando ‘Caserta decide’ continuerà a mettere sul piatto candidati sindaci buoni per la rappresentatività ma non per puntare davvero ad una competizione elettorale (non ce ne vorrà Raffaele Giovine, che apprezziamo per il grande lavoro fatto con le associazioni per Caserta); fin quando il Movimento 5 Stelle sarà diviso in più anime che voti; ecco, fin quando tutto questo accadrà, per Marino ci sarà solo da attendere la “deflagrazione” totale delle alternative per poi raccogliere tutti sotto la sua ala da buon “padre di famiglia”. Anche perché, sul fronte opposto, nel centrodestra, oltre ai buoni propositi annunciati e qualche selfie, per ora, non si vede il becco di un candidato (reale).

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