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L’ombra del commissariamento del Pd dopo la rottura. “Provvedimento 3 volte illegittimo”

Si rincorrono voci sull’atto della commissione regionale di garanzia che, ad oggi, ancora non è stato notificato né al segretario provinciale né a quello cittadino

La rottura in seno al Partito democratico di Aversa rischia di portate al commissariamento. Da 24 ore, ormai, si rincorrono voci su un possibile atto in tal senso che sarebbe stato approvato dalla commissione regionale di garanzia presieduta da Giosuè Starita dopo i ricorsi presentati dal segretario cittadino Francesco Gatto per chiedere l’espulsione di Paolo Santulli, Eugenia D’Angelo, Francesco Forleo e Danzi e dal contro-ricorso presentato dagli stessi consiglieri per ottenere lo stesso provvedimento per il segretario. Al centro del contendere l’amministrazione comunale retta dal sindaco Alfonso Golia,  il cui prosieguo è stato messo in bilico dai consiglieri dissidenti che hanno votato contro il bilancio costringendo il primo cittadino a pescare tra i banchi dell’opposizione per restare in carica.

Il provvedimento di commissariamento sarebbe stato votato da 2 membri su 5 partecipanti (anche se ad Erika Alma è stato imposto di non votare, essendo consigliera comunale ad Aversa) ma ad oggi non è stato notificato né al segretario provinciale Emiddio Cimmino né a quello cittadino Francesco Gatto. Il quale, comunque, ha “sentito” queste notizie che circolano ed ha subito definito “surreale ed illegittimo” un provvedimento di “commissariamento del circolo del PD Aversa che pare sarebbe stato deliberato nell’incontro della Commissione di Garanzia Regionale del PD. Si tratta di un atto di una gravità inaudita”.

E spiega: “Tale provvedimento sarebbe da considerarsi tre volte illegittimo. Innanzitutto perché lo si è adottato circa un anno dopo il primo ricorso e più di 140 giorni dopo la seconda istanza  contravvenendo a quanto previsto dall’articolo 3 comma 6 lettera (h) del Regolamento della Commissione di Garanzia Nazionale del Partito Democratico che prevede che le commissioni di garanzia esaminano e deliberano sui ricorsi dopo una fase istruttoria non superiore a 30 giorni, garantendo comunque l’esito definitivo dei ricorsi entro 60 giorni dall’inizio della procedura”.

Il secondo motivo di illegittimità, secondo Gatto, “sta nel fatto che la commissione, commette un macroscopico errore procedurale deliberando il commissariamento del Circolo di Aversa, poiché contravviene a quanto previsto dall’Articolo 23 dello Statuto Nazionale del PD, di fatto la commissione era tenuta ad esprimere un semplice parere in merito al commissariamento del circolo laddove questo fosse stato chiesto dal segretario provinciale, ma  tutto ciò non è mai accaduto poiché la richiesta di commissariamento è stata presentata da due consiglieri comunali e non è mai stata oggetto di discussione nella direzione provinciale del partito”.

Infine la terza irregolarità “viene commessa dalla commissione poiché tale atto viene prima votato e poi adottato senza il numero minimo legale (di 9 membri) previsto dal Regolamento nazionale che all’articolo 4 comma 5 prevede che nel caso in cui un componente di una Commissione cessi per qualunque causa dal proprio incarico, l’Assemblea procede all’elezione di un nuovo componente , con la maggioranza dei voti validamente espressi. Di fatti pare che a votare in tal senso siano stati soltanto 4 membri e di questi 4 (su 9) soltanto due abbiano votato per l’ammonimento dei consiglieri “dissidenti” e per il commissariamento del circolo. La vicenda mi rammarica ma non mi stupisce viste le costanti ingerenze esterne susseguitesi sull’operato della commissione e proprio per questo motivo e nel rispetto dello statuto, del codice etico e dei regolamenti del partito il 15 aprile 2021 avevo già provveduto a presentare ricorso alla Commissione di Garanzia Nazionale del Partito”.

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