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Gi le mani dallart.18, Abbate (Pd) si appella a Napolitano

Caserta - Venerdì, alla Jabil e alla Marconi: Dario Abbate, candidato al Consiglio regionale della Campania per il Partito Democratico, sta incontrando i lavoratori delle piccole e grandi realtà industriali e produttive del territorio provinciale...

Venerdì, alla Jabil e alla Marconi: Dario Abbate, candidato al Consiglio regionale della Campania per il Partito Democratico, sta incontrando i lavoratori delle piccole e grandi realtà industriali e produttive del territorio provinciale casertano per avviare una grande mobilitazione contro l'ultimo decreto del governo in materia di diritto del lavoro. "Dobbiamo alzare barricate contro questo governo Berlusconi che – ha detto il giuslavorista Pd - cerca di sotterrare i diritti fondamentali dei lavoratori e che, con il DDL 1167-B, tenta di svuotare, sostituendolo con il ricorso all'arbitrato, l'articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori".
Abbate, avvocato del lavoro, legale della Cgil Caserta, è tra i firmatari dell'appello lanciato dai giuslavoristi italiani, il cui testo è ripreso dal documento in distribuzione in queste ore dinanzi ai cancelli delle fabbriche, a firma dello stesso Abbate, intitolato "Giù le mani dall'articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori, No alle norme del governo contro i lavoratori, Napolitano non firmare". "Ci appelliamo al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano – ha spiegato Dario Abbate - affinché non firmi questo provvedimento legislativo che è un aberrante atto di furbizia con il quale questo governo tenta di abolire di fatto l'articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori".
In particolare, il decreto prevede la devoluzione all'arbitrato delle controversie insorte in relazione ai contratti di lavoro certificati dalle apposite commissioni, "così sottraendo, in una molteplicità di casi – si legge nell'appello dei giuslavoristi -, la tutela dei diritti dei lavoratori alla giurisdizione ordinaria, nel cui ambito la specializzazione del giudice del lavoro era stata da sempre considerata un valore primario". Il disegno di legge contiene, inoltre, una ridefinizione dei termini per l'impugnazione dei licenziamenti, dei contratti di collaborazione e dei contratti a termine, rendendo assai difficile al lavoratore la tutela giurisdizionale dei propri diritti.
"Noi riteniamo che questo decreto sia incostituzionale e perciò ci appelliamo a Napolitano – ribadisce Dario Abbate – affinché non promulghi questa vera e propria controriforma del lavoro e si restituisca così centralità alle leggi poste a tutela dei diritti dei lavoratori garantiti dalla nostra Carta Costituzionale".

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