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Firmato da Antropoli documento concessione Caserma-Collegio alla Chiesa di Capua

Capua - Nasce a Capua, dalla chiesa retta da don Gianni Branco, un Centro di Pronta Accoglienza, in via Ludovico Abenavolo, battezzato con il nome "Casa della Divina Misericordia". L'operazione è frutto di un'attenta analisi della realtà...

Nasce a Capua, dalla chiesa retta da don Gianni Branco, un Centro di Pronta Accoglienza, in via Ludovico Abenavolo, battezzato con il nome "Casa della Divina Misericordia". L'operazione è frutto di un'attenta analisi della realtà territoriale e della esperienza maturata nella parrocchia dei "Santi Filippo e Giacomo" e si concretizza, in chiusura di una intensa ed interessante settimana pastorale, con la firma ufficiale del sindaco Carmine Antropoli apposta pubblicamente sul protocollo comunale che da in disponibilità per attività sociali, e ristrutturato a tale scopo, gli edifici dell' ex Collegio della Compagnia di Gesù - i Gesuiti che restano a Capua dal 1612 fino al 1767 - poi Caserma: lo stabile monumentale di proprietà del Comune di Capua.
Un nuovo obiettivo che si concretizza, per la Chiesa di Capua e la parrocchia "SS. Filippo e Giacomo", una entusiasmante avventura che parte, per i parrocchiani di don Gianni, il 24 giugno scorso giorno dell'annuncio del progetto.
Il Centro nasce per dare una risposta alle tante povertà presenti sul territorio ed è volto a sopperire con tempestività a situazioni di emergenza abitativa e non. E' collegato con le altre strutture presenti sul territorio, ed in particolare con i Servizi Sociali Comunali, le Asl, il mondo della Scuola e il privato sociale."L'obiettivo del Centro – commenta don Gianni Brabco - è di offrire un primo riparo, uno spazio accogliente, un luogo dignitoso dove potersi difendere dalla durezza della strada per accedere, successivamente, ai servizi territoriali adeguati alle specifiche condizioni di disagio; lo scopo finale della struttura è il reinserimento sociale delle persone.
Fondamentale è la partecipazione attiva della Parrocchia e del volontariato ad essa collegato oltre che delle figure specifiche di competenza.
Il Centro, si fa promotore dei diritti degli emarginati, porta a conoscenza del territorio le problematiche di questi soggetti, per la nascita e la crescita di una cultura della solidarietà.
E' l'ora - come dice Giovanni Paolo II, conclude don Gianni - di una nuova fantasia della carità, che si dispieghi non tanto e non solo nell'efficacia dei soccorsi prestati, ma nella capacità di farsi vicini, solidali con chi soffre, così come il gesto di aiuto sia sentito non come obolo umiliante ma con fraterna condivisione".

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