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Denunciarono estorsori, ora vivono nella paura

Pignataro Maggiore - Il Deputato dell'Italia dei Valori, Francesco Barbato, ha presentato un'interrogazione parlamentare al Ministro dell'Interno, Roberto Maroni, sui fatti che hanno riguardato esponenti del sanguinario clan camorristico dei...

Il Deputato dell'Italia dei Valori, Francesco Barbato, ha presentato un'interrogazione parlamentare al Ministro dell'Interno, Roberto Maroni, sui fatti che hanno riguardato esponenti del sanguinario clan camorristico dei Nuvoletta di Marano di Napoli che chiedevano l'estorsione, in cambio di protezione, all'Acli Terra di Pignataro Maggiore, nota associazione che gestisce nel casertano i terreni agricoli confiscati alla camorra. Nell'interrogazione di Barbato, all'indirizzo del Ministro Maroni, si legge: "Gaetano Manna è presidente dell'associazione anticamorra Acli Terra Campania per la Legalità, ed ha in gestione beni confiscati dallo Stato alla criminalità organizzata, appartenuti al potente clan camorristico dei Nuvoletta; in seguito ad una denuncia presentata dal Presidente Manna all'antimafia, un blitz del Comando provinciale dei carabinieri di Caserta ha portato nel luglio 2008 all'arresto di due esponenti della cosca; l'associazione ed il presidente ricevevano da tempo minacce estorsive da parte di esponenti del suddetto clan Nuvoletta, a dimostrazione che la camorra non si era rassegnata alla perdita delle strutture e dei campi confiscati, e continuava ad esercitare il proprio controllo attraverso la richiesta di tangenti e minacciando l'associazione di impedire la coltivazione ed allontanare i contadini dalle terre; la vicenda è stata riportata sul quotidiano Il Napoli, accogliendo le parole del Sig. Gaetano Manna, costretto a vivere in una situazione di terrore e senza alcun tipo di protezione; il coraggioso gesto di denuncia del sig. Manna ha condotto all'arresto di Domenico Cesareo e Michele Di Maro ma ha spinto anche i lavoratori, impauriti da possibili ritorsioni da parte del clan, ad abbandonare la struttura; peraltro, come sottolineato dallo stesso Manna, lo Stato dovrebbe attuare un progetto coordinato con associazioni che lottano contro la criminalità, come Acli Terra, per ribadire la necessità dell'applicazione rigorosa di una cultura improntata alla legalità in un territorio gravemente inquinato dall'intromissione delle organizzazioni criminali in numerose attività sociali, politiche ed economiche: quali provvedimenti urgenti intenda adottare per tutelare l'incolumità del sig. Manna e dei lavoratori impiegati nella gestione delle terre confiscate alla camorra e gestite dalla citata associazione Acli Terra, anche al fine di riaffermare una presenza continuativa ed efficace dello Stato a difesa dei diritti dei cittadini che denunciano ogni forma di illegalità nell'economia del territorio, con ciò pregiudicando la libera convivenza e il sano sviluppo". Infatti, fu proprio Gaetano Manna, a decidere di collaborare con la Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, ed in particolare con il Pubblico Ministero, Giovanni Conzo, ed in particolare con i Carabinieri del Comando Provinciale di Caserta, perché non era possibile che la camorra chiedesse il pizzo richiesto anche sui beni che gli erano stati confiscati. Sebbene i vertici dell'Acli Terra, hanno denunciato gli esponenti del Clan Nuvoletta che minacciavo di impedire la lavorazione delle colture e che allontanavano con violenza i braccianti agricoli, fino a farli arrestare, oggi vivono con la paura di ritorsioni e di atti criminali nei loro confronti, perché dopo aver collaborato all'arresto si sentono abbandonati dello Stato.

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