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Giovedì, 18 Aprile 2024
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Consiglio comunale: Mancini confessa condanna

Castel Campagnano - Colpo di scena all’insediamento del Consiglio comunale capeggiato dal sindaco Giuseppe Di Sorbo. Appena dopo la conta dei presenti (tutti) da parte del segretario Felice Giordano, l’ex sindaco Argentino Pio Mancini ha letto e...

Colpo di scena all’insediamento del Consiglio comunale capeggiato dal sindaco Giuseppe Di Sorbo. Appena dopo la conta dei presenti (tutti) da parte del segretario Felice Giordano, l’ex sindaco Argentino Pio Mancini ha letto e consegnato allo stesso segretario un documento dal quale si evince che, per vicende istituzionali, pare risalenti agli anni novanta, lo stesso ha subito una condanna passata in giudicato, con pena sospesa, tuttavia ritiene opportuno sottoporre la sua posizione al vaglio del prefetto affinché verifichi la compatibilià con le funzioni di pubblico amministratore. Ciò anche perché, ferma restando la pena sospesa, la condanna prevedeva l’interdizione dai pubblici uffici per diciotto mesi, a quanto pare trascorsi senza neanche usufruire dell’indulto. Secondo attendibile fonte la condanna è conseguita ad una denuncia anonima relativa ad una questione verificatasi nel 1996, quando il vigile urbano Saturnino Perfetto elevò una multa per sosta vietata al veicolo di un imprenditore, fratello di un assessore, che aveva parcheggiato in piazza per recarsi proprio al Comune. Ne sarebbe scaturita una discussione durante la quale pare che Mancini si sia lamentato perché si trattava dell’unica multa finora elevata in quel posto; alla fine tutto si sarebbe risolto con una stretta di mano, per cui Mancini non avrebbe dato più peso alla cosa, che ora potrebbe rappresentare la proverbiale spada di Damocle per la sua elezione, mettendo in allerta il primo dei non eletti, pare l’ex vicesindaco Antonio Cimino. Tornando al Consiglio comunale, alla dichiarazione di Mancini, prima della proclamazione degli eletti, fra lo stupore generale, l’ex sindaco Nicola Campagnano è intervenuto duramente, invocando le dimissioni di Pio Mancini e paventando l’illegittimità di tutti gli atti eventualmente approvati prima che si pronuncerà il prefetto, anche col suo voto, ma il segretario ha dimostrato fermezza, procedendo per la sua strada e disponendo la convalida con votazioni separate per tutti gli altri eletti, a voti unanimi, e per il solo Mancini, con il dissenso della minoranza. Significativo che a protestare sia stato non il candidato a sindaco Scipione De Leone, ma l’ex sindaco, evidente capogruppo di minoranza, di fatto ma non di nome. Lo stesso ha guidato il gruppo che ha abbandonato anzitempo l’aula, senza partecipare ai festeggiamenti in onore del neo sindaco e facendo portare dal suo “portaborse” un mazzo di rose rosse offertogli, come a tutti gli altri eletti, dal nuovo sindaco.

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