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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Prc esprime cauta soddisfazione per ATO 5

Caserta - La federazione provinciale di Caserta del partito della rifondazione comunista sinistra europea esprime cauta soddisfazione per la istituzione dellATO Terra di Lavoro deliberato dal Consiglio Regionale della Campania. Lo scorporo...

La federazione provinciale di Caserta del partito della rifondazione comunista sinistra europea esprime cauta soddisfazione per la istituzione dellATO Terra di Lavoro deliberato dal Consiglio Regionale della Campania. Lo scorporo dellATO 5, tutto casertano, dallATO 2, è un fatto positivo non come ennesima contrapposizione con Napoli ma perché si va nella direzione - da noi auspicata - di una riduzione delle dimensioni degli ambiti territoriali ottimali e della conseguente possibilità di un maggiore e più attento controllo da parte delle municipalità sulla gestione di questo bene comune per eccellenza. In questo senso concordiamo con chi ha sostenuto che il provvedimento si pone in continuità con gli altri pezzi di politica provinciale attualmente in corso: la provincializzazione del ciclo dei rifiuti, ancora allo stadio embrionale, ma comunque avviata, il piano provinciale di coordinamento territoriale e loperazione, controversa ma interessante, di recupero dellintero bacino provinciale della mobilità sotto il controllo pubblico, superando la logica del carrozzone clientelare targato ACMS e dello spezzatino, che il centro destra negli ultimi 5 anni ha seguito: non è un caso che, per es., ACMS aveva solo il 39% delle tratte e naturalmente le meno vantaggiose dal punto di vista economico. Abbiamo sostenuto nel dibattito politico e poi in quello istituzionale questa scelta e duquen siamo soddisfatti. La cautela nasce dal fatto che, anche in questo caso, si è fatto un passo in avanti, ma non è ancora quello definitivo. Così come nel caso dei trasporti pubblici, nel quale siamo stati daccordo con la manovra anti-spezzatino e recupero dellintero bacino, ma ci stiamo battendo contro la gara, o almeno, per una gara che favorisca il gestore pubblico (la holding regionale), così per lacqua siamo contenti dellATO 5 ma ci batteremo senza se e senza ma per una gestione pubblica dellacqua e per il massimo del controllo politico da parte delle municipalità sulla gestione del ciclo integrato delle acque. Anche in questo caso siamo contro la privatizzazione non solo perché riteniamo importante la difesa del carattere pubblico, ma anche perché generalmente, lo si vede con chiarezza nel caso della rete idrica, il privato tende a prendersi ciò che di vantaggioso cè nel business, lasciando le perdite al pubblico, cioè alla comunità. Naturalmente anche il pubblico va riformato, va reso efficiente, vanno limitati gli sprechi e va incentivata la produttività, in primo luogo attraverso lammodernamento delle reti, che è tema nodale del ciclo integrato delle acque. Se riduciamo le perdite potremmo evitare il rischio di rialzi del costo e avviare anche una seria politica di protezione delle fasce sociali più deboli: lacqua è un bene prezioso che non va sprecato e va pagato, ma applicando anche in questo campo il concetto, previsto peraltro dalla Costituzione, della progressività della imposizione: chi ha di meno, in termini di reddito, deve pagare di meno. A chi da destra polemizza sulla gestione clientelare di questi servizi e si erge a paladino della moralità andrebbe ricordato che negli ultimi 10 anni sullacqua, così come sui rifiuti e sui trasporti, proprio il centro destra nella nostra provincia ha sguazzato nelle clientele. E di poltrone, nonostante tutto, continuano a produrne anche adesso, come dimostra il caso ultimo del consorzio CE2 con lennesimo inciucio nel quale purtroppo sono caduti anche settori di alcuni partiti del centro sinistra.

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