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Processo Eco 4, ex imprenditore Amodio: durante emergenza rifiuti camorra casalese e marcianisana faceva affari con i trasporti

Santa Maria Capua Vetere - Pietro Amodio, l'ex imprenditore 40enne che operò nel settore dei rifiuti negli anni dell'emergenza in Campania, è stato ascoltato oggi nell'ambito del processo Eco 4 in cui è imputato l'ex sottosegretario Nicola...

Pietro Amodio, l'ex imprenditore 40enne che operò nel settore dei rifiuti negli anni dell'emergenza in Campania, è stato ascoltato oggi nell'ambito del processo Eco 4 in cui è imputato l'ex sottosegretario Nicola Cosentino. "Nel periodo dell'emergenza rifiuti non si facevano gare d'appalto nel Consorzio di bacino Acsa Caserta 3, i servizi di raccolta e di bonifica venivano affidati direttamente, e le cariche all'interno dell'ente venivano date in seguito ad accordi politici stretti da Nicola Cosentino, che decideva ogni cosa nel consorzio; anche i clan inserivano i propri uomini. Le competenze non contavano, anzi nessuno, tranne rare eccezioni, aveva cognizioni tecniche nel settore, bastavano gli appoggi politici o camorristici".
Amodio ha risposto alle domande del pm della Dda di Napoli Alessandro Milita nel corso dell'udienza in corso a Santa Maria Capua Vetere. Perché era conveniente lavorare nei consorzi?" ha chiesto il pm Milita. "Perché si guadagnavano tantissimi soldi - ha risposto il pentito - Quando nell'area di Lo Uttaro a Caserta fu aperto sotto la gestione dell'Acsa Caserta 3 il sito di stoccaggio e trasferenza), dove venivano portati i rifiuti raccolti per strada e trasformati in balle, tutti i clan, sia i marcianisani sia i casalesi con Nicola Schiavone, avevano le proprie aziende di trasporti cui il consorzio fittava i bilici per il trasporto delle balle a destinazione, o gli stessi compattatori. Ogni giorno un singolo mezzo noleggiato, che fosse fermo o in attività, costava al consorzio tra i 300 e i 400 euro. Le balle sono poi finite in mega-depositi e spesso qualcuno appositamente incaricato andava ad incendiarle".
"Il presidente del Consorzio - ha spiegato Amodio - era Francesco Cundari, messo lì da Cosentino; io facevo riferimento al vice-presidente Carmine Bevilacqua, allora segretario regionale del Pri, anch'egli nominato dopo un accordo tra Cosentino e Nucara (segretario nazionale Pri, ndr). Prima che si costituisse Iniziativa Ecologica (società mista del Consorzio dell'Acsa attiva nel settore bonifiche), era il 2003, Cundari voleva assegnarmi il 2% delle quote ma io ne volevo di più, così parlai con Nicola Alfiero, allora reggente con Luigi Guida del clan Bidognetti, che mi disse che avrebbe contattato Cosentino, che era a disposizione del clan. Poche settimane dopo, Cosentino venne al mio ufficio e davanti a me chiamò la segreteria del Consorzio; pochi giorni dopo mi recai con l'allora direttore generale Antonio Scialdone da un notaio e nell'assegnazione delle quote io ebbi il 6%".

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