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Servizio civile, assessore Russo: 'Il Governo taglia 350 volontari alla Campania'

Napoli - "I tagli di Roma si abbattono ancora una volta come una scure sulle buone intenzioni della Giunta della Campania. Nonostante avessimo previsto nell'ultimo bilancio regionale risorse aggiuntive per 3,5 milioni di euro per il servizio...

"I tagli di Roma si abbattono ancora una volta come una scure sulle buone intenzioni della Giunta della Campania. Nonostante avessimo previsto nell'ultimo bilancio regionale risorse aggiuntive per 3,5 milioni di euro per il servizio civile, più del doppio della somma stanziata nel 2011, pari allora a 1,5 milioni di euro, il Governo ha scelto di tagliare i fondi, sortendo l'effetto devastante della decurtazione per la Campania, in un momento di crisi come quello attuale, di 350 volontari. Soltanto grazie all'intervento finanziario diretto di Palazzo Santa Lucia si è riusciti ad evitare il tracollo di un servizio che coinvolge migliaia di giovani ogni anno e che rappresenta per molti un'opportunità sociale, formativa e culturale in grado, in molti casi, di offrire anche una prospettiva per il futuro". A dichiararlo è l'assessore all'Assistenza sociale della Campania Ermanno Russo, che aggiunge: "Se ci fossimo limitati ad attivare i volontari previsti dal Ministero, saremmo rimasti fermi a quota 686, mentre con le nostre risorse riusciremo a coinvolgere altri 602 giovani, che saranno impiegati privilegiando i progetti di assistenza. Arriveremo così complessivamente a 1260 volontari per il 2013"."Dopo il mancato finanziamento dello scorso anno, il Governo taglia in tutta Italia i volontari rispetto al 2011, portando il numero complessivo da 18.400 a 14.700 unità - prosegue l'assessore -, in Campania, senza le risorse regionali, la riduzione sarebbe stata pari a 350 unità. Con lo stanziamento aggiuntivo di Palazzo Santa Lucia il taglio è comunque consistente: 232 volontari in meno, che in un territorio vasto come il nostro, in cui l'incidenza della popolazione giovanile è la più alta del Paese, significa lasciare a casa le speranze di tantissime ragazze e ragazzi dai 18 ai 29 anni di età"."Siamo di fronte all'ennesima scelta miope in materia di politiche sociali da parte di Roma. Una nazione che non ha tra le sue priorità i giovani, non ha tra le sue priorità il futuro dell'Italia", conclude Russo.

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