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Il sindaco De Angelis nomina la sua giunta ed il centrodestra si sgretola al primo consiglio comunale

Marcianise - Dire che la prima riunione di consiglio comunale è stata "concitata" è un eufemismo. Il centrodestra marcianisano riesce a sgretolarsi già alla prima assise comunale dopo che per l'intera giornata i partiti di maggioranza avevano...

Dire che la prima riunione di consiglio comunale è stata "concitata" è un eufemismo. Il centrodestra marcianisano riesce a sgretolarsi già alla prima assise comunale dopo che per l'intera giornata i partiti di maggioranza avevano tentato di trovare un quadra sulla giunta comunale. Il sindaco Antonio De Angelis, stanco di mediare tra numeri e deleghe, dopo l'ennesima riunione andata sostanzialmente a vuoto, decide per una giunta di diretta sua nomina che presenta al consiglio comunale dopo il giuramento. Ecco i nomi dei cinque neo assessori e le relative deleghe assegnate: l'avvocato penalista Enrico Accinni (vice sindaco con delega agli affari legali e bilancio); il consulente aziendale Enrico Grimaldi (commercio, industria, artigianato, sport); il commercialista Carlo Di Carluccio (tributi, affari generali, personale); il medico Maria Luigia Iodice (pubblica istruzione, politiche sociali e giovanili, pari opportunità); l'architetto Angela D'Anna (lavori pubblici e urbanistica). La delega Ambiente e Salute sarà mantenuta ad interim dalla stessa fascia tricolore.
Insomma passa alla fine la linea del sindaco che nomina una giunta di professionisti esperti nelle materie assegnate e slegata sia dai partiti che dalle precedenti amministrazioni comunali. Una decisione che De Angelis ha deciso di portare avanti con determinazione quando si è reso conto sia che i partiti non erano stati in grado di trovare un accordo sulla suddivisione degli assessorati e delle deleghe, sia perché i nomi che circolavano e che gli arrivavano non erano ritenuti all'altezza di quel salto di qualità che comunque il primo cittadino voleva imprimere all'amministrazione cittadina. "Lo dovevo ai cittadini che mi hanno eletto" – ha confidato lo stesso De Angelis. "Avevo promesso durante la campagna elettorale una svolta alla mia città e sarò conseguenziale rispetto a questo mio impegno con l'elettorato".
Una decisione che ha immediatamente provocato, non solo mal di pancia, ma una vera e propria fibrillazione in seno alla maggioranza di centrodestra che ha portato la coalizione ad aggrovigliarsi su se stessa. Una "botta" che ha mandato in tilt i consiglieri di maggioranza che sono andati subito in affanno durante le votazioni per l'elezione del presidente del consiglio comunale. Dopo la fase inziale condotta dal presidente del consiglio comunale "anziano" (il più votato alle elezioni) Alberto Abbate, si è passati all'allestimento del seggio per votare il presidente permanente del civico consesso. Saturate le prime due votazioni dove era necessaria una maggioranza qualificata dei 2/3 del parlamentino comunale, i gruppi consiliari hanno chiesto una riunione di capigruppo a cui hanno partecipato Pasquale Tartaglione (Marcianise Più), Pier Luigi Salzillo (Pdl), Giuseppe Tartaglione (Fratelli d'Italia), Paride Amoroso (Grande Sud), Giuseppe Rivellini (Sci), Filippo Fecondo (Pd), Ciro Foglia (Insieme per Ciro), Pasquale Salzillo (Udc). Dalla riunione è uscito un nulla di fatto che ha portato l'assemblea alla totale frammentazione, soprattutto nella maggioranza dove i candidati poi annunciati erano addirittura tre: Filippo Topo, Giuseppe Tartaglione e Pier Luigi Salzillo. Anche la minoranza ha annunciato il proprio candidato di bandiera nella persona dell'ingegnere Alberto Abbate. Si è quindi proceduto alla votazione che ha evidenziato la spaccatura in maggioranza, mentre la minoranza ha votato coesa. A questo punto il capogruppo di Fratelli d'Italia Giuseppe Tartaglione ha preso la parola ed ha accusato i consiglieri della propria maggioranza di essere dei "dilettanti allo sbaraglio" e di essersi presentati ai cittadini con un esordio poco dignitoso. Ha poi annunciato il ritiro della propria candidatura e ha attaccato il centrodestra colpevole di aver disatteso gli accordi sanciti nelle varie riunioni. Forte e minacciosa la stoccata riservata al sindaco: "Hai iniziato molto male, ricordati che alla prima curva esci fuori pista". Dopo questa dichiarazione i tre componenti del gruppo (Tartaglione, Trombetta e Acconcia) hanno abbandonato l'aula. Dopo la seconda votazione andata a vuoto, Amoroso ha chiesto la votazione di un rinvio che ha deciso una sospensione dei lavori per 5 minuti. Poco prima il capogruppo Pd Filippo Fecondo aveva chiesto un atto di dignità da parte dei consiglieri di maggioranza: "Non serve una nuova sospensione, guardatevi negli occhi e decidete per un vostro candidato unitario se ci riuscite. Avete già dato abbastanza spettacolo in questa prima seduta consiliare". Dello stesso tenore le dichiarazioni di Ciro Foglia: "Il consiglio comunale è sacro, cerchiamo di dare il giusto contegno a questo consesso".
Dopo la pausa il centrodestra è riuscito a trovare una quadra annunciando la votazione unanime di Giuseppe Tartaglione che è poi stato eletto a maggioranza (13 voti) all'esito della quinta votazione, mentre la minoranza ha votato scheda bianca. Tartaglione, nell'atto dell'insediamento, ha voluto ringraziare l'intero consiglio comunale e ha anche chiesto scusa per il suo intervento precedente. Con la nomina della giunta e l'elezione del presidente dell'assemblea comunale si conclude così la lunga fase elettorale cominciata circa un mese e mezzo fa. Da oggi l'amministrazione comunale dovrà cercare di dare risposte alle esigenze ed ai problemi della città.

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