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Blitz dei vigili urbani contro immigrati senegalesi: riprende il processo. Testimone racconta: 'Ci rinchiusero in celle-bagno'

Santa Maria Capua Vetere - Con le dichiarazioni di Nguirane Mouniro è ripreso mercoledì mattina il processo a carico dell'ex comandante dei vigili urbani di Caserta Francesco Delvino e di altri 11 vigili, che nella notte fra il 26 e il 27 aprile...

Con le dichiarazioni di Nguirane Mouniro è ripreso mercoledì mattina il processo a carico dell'ex comandante dei vigili urbani di Caserta Francesco Delvino e di altri 11 vigili, che nella notte fra il 26 e il 27 aprile 2006 fecero irruzione in due appartamenti dove vivevano alcuni cittadini senegalesi, prelevandoli con forza e portandoli al comando locale dei vigili urbani.
econdo quanto sostiene la Procura della Repubblica sammaritana, nel 2006 i "caschi bianchi" effettuarono una retata nelle abitazioni degli immigrati (quasi tutti regolari) nei cui confronti commisero violenze e numerose irregolarità. Gli stranieri furono portati al Comando e rinchiusi - senza alcuna motivazione - per l'intera notte in celle-bagno, dopo che gli furono fatte togliere le cinture e i lacci delle scarpe. A dispetto dell'invasiva operazione, l'azione dei "caschi bianchi" si concluse con semplici verbali di identificazione e nessuna ipotesi di reato formulata. Secondo i pm, l'azione ispirata dal comandante Delvino sarebbe scatta per vendetta. In altri termini, per individuare un venditore ambulante senegalese che, per sottrarsi a un controllo, aveva tentato qualche giorno prima di investire con la propria vettura un ufficiale dei vigili (rimasto leggermente ferito), il responsabile del comando avrebbe ordinato l'operazione.
"Sono entrati nelle nostre abitazioni di notte, ci hanno puntato delle torce e ci hanno invitati a seguirli in caserma. Alla nostra domanda 'perché fate questo?', ci hanno risposto: 'Uno di voi senegalesi ha fatto lo stronzo al mercato e non vi lasceremo andare fin quando non esce fuori'".
Presenti in aula le stesse associazioni "Nero e non solo!" O.n.l.u.s. e il Centro Sociale "Ex Canapificio", ammesse già come parti civili al processo nonostante l'imputazione non prevedesse direttamente l'aggravante della discriminazione razziale.
La prossima udienza è stata fissata per il 19 marzo alle ore 12 al tribunale di Santa Maria Capua Vetere, durante la quale saranno ascoltati Nguirane Ibrahime e Nguirane Modou, altre due vittime della retata del 2006. Una scelta che per Francesco Vicino, avvocato del centro sociale Ex Canapificio, serve solo ad allungare i tempi di un processo che potrebbe non vedere la fine: "Avevamo chiesto che fossero ascoltati solo alcuni dei cittadini senegalesi coinvolti, perché temiamo seriamente che il processo possa finire in prescrizione senza che i colpevoli paghino, ma la difesa si era già opposta".

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