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Piani di zona sociali , Ruggiero (Pdl) e Nappi (Mir) presentano ordine del giorno

Avellino - Il Presidente della Commissione politiche sociali del Consiglio regionale della Campania, onorevole Antonia Ruggiero, ha presentato un ordine del giorno, sottoscritto anche dall'onorevole Sergio Nappi, che, se approvato, impegna la...

Il Presidente della Commissione politiche sociali del Consiglio regionale della Campania, onorevole Antonia Ruggiero, ha presentato un ordine del giorno, sottoscritto anche dall'onorevole Sergio Nappi, che, se approvato, impegna la Giunta regionale ad avviare in Irpinia una sperimentazione delle funzioni sociali all'Asl di Avellino ai sensi del decreto legislativo 502 del 1992.
Il dispositivo, ora al vaglio dell'assemblea, impegna l'Assessorato regionale alle Politiche Sociali a costituire, entro e non oltre il 31 agosto 2013, un tavolo di lavoro che dovrà elaborare, entro il 20 settembre 2013, le modalità organizzative della sperimentazione in coerenza con il citato decreto, con la vigente legge regionale 11/2007, con il Piano Sociale Regionale 2013/2015 e con le linee d'indirizzo per la presentazione dei Piani Sociali di Zona.
"Con delibera di Giunta n. 320 del 3 luglio 2012 - spiega il Presidente Ruggiero - la Regione Campania ha riformulato l'ATS A4, ricomprendendo oltre ai Comuni di Altavilla Irpina, Capriglia Irpina, Cervinara, Chianche, Grottolella, Montefredane, Petruro Irpino, Pietrastornina, Prata di Principato Ultra, Pratola Serra, Roccabascerana, Rotondi, San Martino V.C., Torrioni e Tufo anche il Comune di Avellino per un numero di Comuni pari a 16 ed una popolazione complessiva pari a 98.630 abitanti. Con due circolari del 21/11/2012 e del 28/12/2012 – prosegue - la Regione Campania ha stabilito le procedure di funzionamento e le modalità di avvio e gestione dei servizi dei nuovi Ambiti Territoriali Sociali (ATS), prevedendo la necessità di dover garantire che il passaggio dei servizi dal "vecchio" al "nuovo" Ambito avvenisse tramite forme di concertazione finalizzate ad assicurare quanto più possibile che nei servizi offerti non vi sia soluzione di continuità e sottolineando che è il Coordinamento Istituzionale d'ambito, composto dai Sindaci dei Comuni associati, il soggetto deputato alla funzione di indirizzo programmatico, di coordinamento e di controllo della realizzazione della rete integrata di interventi e servizi sociali e socio sanitari. La delibera stabiliva, inoltre, che l'operatività dei nuovi Ambiti dovesse essere attivata a partire dal 1 gennaio 2013, fissando il 30/06/2013 quale termine ultimo della fase di passaggio dei servizi dal "vecchio" al "nuovo" Ambito."
"Con una successiva circolare del 21/11/2012 – rilevano Ruggiero e Nappi - la Regione Campania ha ribadito, altresì, che "per le attività in corso finanziate con fondi Europei e gestite dagli ATS nella loro attuale configurazione, fino al loro esaurimento la responsabilità istituzionale e gestionale rimane in capo al Comune Capofila che ha sottoscritto gli atti di concessione dei finanziamenti."I consiglieri regionali rimarcano, inoltre, che l'Assemblea dei soci del Consorzio pubblico dei servizi sociali dell'Ambito A4, con delibere del 14 marzo 2012 e del 30 aprile 2012, ha chiesto alla Regione Campania di essere autorizzata a sperimentare la delega delle funzioni sociali all'ASL Avellino, ciò al fine di avviare un nuovo modello di gestione delle politiche sociali sul territorio e realizzare una più forte integrazione socio-sanitaria. Pertanto, il 22 maggio 2013 l'ASL Avellino e 14 Comuni afferenti l'ex ATS A4, hanno chiesto al Presidente della Giunta regionale Stefano Caldoro, di essere autorizzati ad avviare una sperimentazione avente ad oggetto la Delega delle funzioni sociali all'ASL di Avellino. La richiesta evidenziava, altresì, una serie di difficoltà dell'ex Ambito A4 ad avviare con il Comune di Avellino, ex Ambito A3, una programmazione condivisa dei servizi e degli interventi sociali da realizzare sul territorio del nuovo ATS A04 ."La gestione associata dei servizi sociali – spiegano i deputati regionali - non rappresenta l'obiettivo bensì il mezzo per realizzare in modo efficiente ed omogeneo l'erogazione dei servizi sul territorio in quanto questa promuove una più attenta razionalizzazione delle risorse; fornisce agli utenti prestazioni più qualificate ed a costi ridotti; promuove l'uniformità, l'equità e la qualità nella erogazione dei servizi; permette di individuare un unico punto di produzione dei servizi; garantisce la gestione dei servizi e delle attività programmate nel Piano Sociale di Zona attraverso una maggiore "consistenza" della forma giuridica dell'Ambito; qualifica la capacità organizzativa e valorizza le professionalità impegnate.
"Tutte le analisi e le ricerche prodotte negli ultimi anni sul rapporto tra costi e ricavi in sanità e sul conseguente tema del rapporto tra investimenti economici crescenti e risultati in termini di efficacia e qualità calanti – evidenzia Sergio Nappi - , suggeriscono una riforma radicale del modello vigente di Care, eccessivamente centrato sull'approccio ospedaliero e un suo riequilibrio a vantaggio del metodo sociale - territoriale. L'intensità della cura sanitaria in questa fase del bisogno assistenziale deve, perciò, decrescere progressivamente per essere sostituita dall'intensità della presa in carico sociale. La relazione tra sociale e sanitario pone con forza il tema della continuità assistenziale ospedale/territorio/domicilio, con l'alternarsi dell'approccio ospedaliero e di quello sociale a seconda delle condizioni del paziente."L'ASL di Avellino – fanno sapere inoltre i due consiglieri regionali - si è resa disponibile ad avviare detta sperimentazione atteso che è firmataria della nota di cui innanzi inviata al Presidente Caldoro.
Secondo Nappi "l'integrazione tra servizi sanitari e servizi socio assistenziali rappresenta un tema complesso che non ha ancora trovato soluzione definitiva, al di là di ottimi esempi di collaborazione e lavoro integrato che hanno prodotto significativi risultati, in ordine sia ai diversi assetti istituzionali dei due comparti sia ad alcuni nodi critici (tra i quali la differenza di dimensione finanziaria tra sanità ed assistenza, l'impostazione manageriale delle ASL informata all'efficienza produttiva ed alla competitività, che mal si concilia con il fronte del "bisogno socio sanitario" che non prevede, tranne che in rarissime situazioni, un soddisfacimento compiuto e, conseguentemente, la chiusura della 'presa in carico' "
"Da un punto di vista culturale – rimarca Ruggiero - la separazione tra sociale e sanitario, che esiste soprattutto nel modus operandi di chi lavora e che è stata favorita da una applicazione restrittiva delle leggi di riforma a partire dal 1992, risulta artificiosa. Tale separazione ha, inoltre, indotto la convinzione di una presunta superiorità del sanitario sul sociale per la sua maggiore "competenza tecnica", competenza che, accanto alla capacità relazionale, necessita in realtà in entrambi i campi."
Ruggiero e Nappi ritengono opportuno, pertanto, individuare soluzioni che possano, da un lato, razionalizzare la spesa e, dall'altro, promuovere una più forte integrazione tra il sociale ed il sanitario al fine di migliorare la qualità dei servizi erogati al cittadino; avviare una sperimentazione finalizzata ad individuare un nuovo modello di gestione e organizzazione dei servizi sociali e socio-sanitari in grado di valorizzare le risorse già contrattualizzate; affrontare con maggior forza le criticità del periodo di crisi e costruire un sistema finalizzato a privilegiare l'appropriatezza quale imprescindibile ambito di approccio gestionale e l'integrazione quale scelta strategica.
La sperimentazione dovrebbe interessare in primo luogo il nuovo ATS A04 in quanto dei 16 Comuni ben 14 hanno presentato apposita richiesta per avviare detto percorso; permettere ad altri ATS della Provincia di Avellino di aderirvi; prevedere che i Comuni interessati, titolari della funzione sociale,nei rispettivi Consigli Comunali, deliberino, ai sensi dell'art. 42 del TUEL, contestualmente sia di delegare le funzioni sociali all'ASL Avellino sia di approvare una Convenzione ex art. 30 – D. Lgs. 267/00/Accordo di Programma ex art. 34 D. Lgs. 267/00 per disciplinare le modalità di organizzazione e funzionamento della delega de qua nonché i soggetti da coinvolgere, le relative competenze ed i tempi connessi alla sperimentazione. Il meccanismo della delega deve prevedere che i Comuni deleganti mantengano una precisa e necessaria autonomia in seno all'ASL attraverso un proprio organismo di rappresentanza e decisione.

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