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Il centrosinistra di Recale insorge: La Terra dei Fuochi e' un fatto nostro

Recale - Le sezioni dei partiti del centrosinistra di Recale si mobilitano e chiamano i cittadini, le forze politiche, le associazioni, ad attivarsi sul disastro ambientale che mette a rischio la salute e il futuro della Campania. «Non passa...

Le sezioni dei partiti del centrosinistra di Recale si mobilitano e chiamano i cittadini, le forze politiche, le associazioni, ad attivarsi sul disastro ambientale che mette a rischio la salute e il futuro della Campania. «Non passa giorno senza una nuova, drammatica notizia sulla "Terra dei fuochi" – esordisce Angelo Anemola, segretario dei Giovani Democratici – e il fatto che a Recale non siano ancora stati rilevati sversamenti di materiali tossici non può farci cullare in un'illusoria tranquillità: l'aria, l'acqua, i cibi non rispettano, certo, i confini amministrativi. Dobbiamo risvegliare le coscienze e mobilitarci, soprattutto noi giovani, per chiedere interventi urgenti e concreti. Innanzitutto, ci sono due obbiettivi prioritari: chiediamo che le istituzioni, a partire dal Comune, rendano stringente e capillare il controllo del territorio, e che venga finalmente introdotto nel nostro ordinamento il reato di inquinamento ambientale. Ripristinare la legalità nelle nostre terre, controllare e sanzionare i comportamenti illeciti – conclude Anemola – sono condizioni irrinunciabili se vogliamo dare alle nuove generazioni una speranza per il futuro». Secondo Nello Romano, segretario cittadino di SEL «occorrono misure straordinarie per fronteggiare l'emergenza. Bisogna far partire subito un piano di analisi per definire l'estensione e la qualità della contaminazione, non solo nei siti di sversamento, ma in tutto il territorio potenzialmente interessato dall'inquinamento delle falde acquifere. Solo così sarà possibile individuare le aree da sottoporre immediatamente a bonifica, quelle da riservare a coltivazioni non alimentari e quelle non contaminate.» Anche il responsabile cittadino del PSI, Massimo Decio Argenziano, sostiene l'iniziativa, sottolineando che «non si può più rinviare il monitoraggio delle patologie associate all'inquinamento, è indispensabile l'istituzione del "registro dei tumori" in tutta la regione. Parallelamente, attraverso la tracciabilità dei prodotti ortofrutticoli e caseari, bisogna dare certezze ai consumatori sulla provenienza e sulla qualità di quello che si porta in tavola.» Infine, secondo il coordinatore del circolo PD Enzo De Angelis «se per decenni le nostre terre sono state devastate dai traffici dei camorristi e dei loro complici, protetti dalla connivenza, dal disinteresse o dalla paura, negli ultimi mesi la mobilitazione di migliaia di uomini, donne, giovani ha portato all'attenzione nazionale la drammatica condizione che stiamo vivendo. Nella "Terra dei fuochi" si muore. Si muore di veleni, ma ancor più di indifferenza. I politici, i rappresentanti istituzionali, i tecnici che per decenni hanno sottovalutato o finto di non vedere non sono distratti, sono complici. Ma nella "Terra dei fuochi" si muore soprattutto perché 'mi faccio i fatti miei'. Basta, non c'è più tempo: chiediamo ai nostri concittadini, a tutti i partiti, alle associazioni di fare gli unici 'fatti nostri' che contano davvero. Mobilitiamoci, uniamo le nostre voci al coro indignato dei cittadini della "Terra dei fuochi", rivendichiamo il nostro diritto alla dignità, alla salute, alla vita».

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