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Il criminologo Lavorino scagiona il marito di Katia Tondi

Santa Maria Capua Vetere - Non risulta che siano state prese le temperature cadaveriche e quelle ambientali, non ci sono tracce di aggressione e non è stata trovata l'arma del delitto. L'omicidio di Katia Tondi, la donna di 31 anni trovata morta a...

Non risulta che siano state prese le temperature cadaveriche e quelle ambientali, non ci sono tracce di aggressione e non è stata trovata l'arma del delitto. L'omicidio di Katia Tondi, la donna di 31 anni trovata morta a San Tammaro (Caserta) ha questi punti oscuri resi noti dal noto criminologo Carmelo Lavorino che segue il caso per conto di Emilio Lavoretano, marito della vittima e unico indagato a piede libero, difeso da Natalina Mastellone e Raffaele Gaetano Crisileo. Ieri, durante la conferenza stampa tenuta presso la Fondazione Elio Sticco a Santa Marica Capua vetere, Lavorino ha dedicato il suo intervento "al profilo criminale dell'assassino; alle piste investigative da seguire; la confutazione dell'ipotesi accusatoria degli Inquirenti ed altre comunicazioni".
"Katia Tondi - ha spiegato il criminologo - è stata uccisa il 20 luglio nella sua abitazione. Gli agenti della squadra mobile di Caserta hanno poi accertato che è stata strangolata con un filo di tessuto, mai recuperato. Fu il marito a trovare il cadavere nel corridoio, di ritorno dalla spesa. In casa, c'era anche il bambino di otto mesi, trovato dal padre in lacrime". "La camera da letto era completamente a soqquadro - spiega Lavorino - la borsa della donna era stata rovesciata e mancavano dai 30 ai 40 euro dal portafoglio. La porta era stata lasciata aperta dall'omicida e il cadavere era stato messo in posa in modo che fosse ben visibile a chi rientrava in casa".
"Pochi gli elementi certi - spiega ancora Lavorino: "Emilio Lavoretano esce alla ore 19 e torna verso le 20; trova la moglie sul pavimento, chiama la vicina, iniziano gli allarmi telefonici, arrivano estranei, familiari, operatori del 118, operatori delle Forze dell'Ordine. La vittima è morta per strangolamento, non ha subito aggressione sessuale, non presenta tracce di difesa; la sera stessa del delitto la scena del crimine viene liberata, invece di essere congelata e posta sotto sequestro; non vengono prese le temperature della vittima e le temperature ambientali". In tal modo è stato impedito alla "via investigativa" di individuare il momento zero e il segmento zero: momento della morte e segmento temporale di 30 minuti: un regalo al vero assassino".
Carmelo Lavorino è stato consulente per le indagini difensive di alcuni dei più inquietanti gialli degli ultimi vent'anni, dal delitto di via Poma al Mostro di Firenze. E' direttore del CESCRIN (Centro Studi Investigazione Criminale), membro del WAD (World Association of Detectives), fondatore e direttore tecnico dell'ANACIP (Associazione Nazionale Criminalisti Criminologi Investigatori Penali). Ha fondato e dirige la rivista "Detective & Crime" E' analista della scena del crimine, criminal profiler, consulente in analisi investigative criminalistiche criminologice. E' docente universitario. E' autore del metodo di analisi criminale noto come Metodo Mocci - Modello Operativo Criminalistico Criminologico Investigativo.

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