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Scuola, 'no' di 17 sindaci: "Irresponsabile riaprire". Genitori si sfidano a colpi di hashtag

Parte lo screening ma le prenotazioni sono già in panne. In 5 comuni del casertano non si tornerà in classe

Scuole aperte o scuole chiuse. Dad o no dad. Sono i due schieramenti che si stanno fronteggiando in Campania in una vera e propria guerra social combattuta a colpi di hashtag ed iniziative di protesta. Ma procediamo con ordine. 

Parte lo screening della Regione

Nei giorni scorsi il presidente Vincenzo De Luca ha annunciato la ripresa delle attività didattiche in presenza a partire dal 24 novembre per asili e scuole elementari e dal 30 novembre per le altre classi della primaria e le prime medie. Prima della ripartenza è stato programmato uno screening con test antigenici gratuiti destinati ad alunni, ai loro familiari conviventi ed al personale della scuola. Per prenotarsi è necessario, secondo quanto ha comunicato la Regione, contattare il numero verde 800814818, comunicare all'operatore i dati anagrafici e ricevere comunicazione "in tempo reale" da parte di un operatore sulla data, il luogo e l'orario per effettuare il test.

Prenotazioni in tilt

Semplice? Assolutamente no, perché la realtà è ben differente. Al telefono nella maggior parte dei casi risponde una voce registrata che comunica che "a causa dell'intenso traffico le linee sono momentaneamente indisponibili". Due le soluzioni proposte: ricontattare il numero verde o lasciare un recapito per essere ricontattati (con tempi di attesa superiori alle 48 ore). Insomma, lo screening annunciato si è inceppato alla partenza e sembra difficile pensare di espletare un'attività di monitoraggio così decisiva in un tempo residuo così ridotto.

I sindaci mettono le mani avanti: "Scuole chiuse"

Comunque sia, al di là degli esiti dello screening della Regione, l'incremento dei positivi che arriva dai vari bollettini dell'Asl e della Regione sta giocando un ruolo determinante, almeno da un punto di vista psicologico. "Scuole chiuse in zona gialle e scuole aperte in zona rossa?". E' questo il vero dilemma e poco conta che è già così nelle altre parti d'Italia dove anche in zona rossa l'attività didattica prosegue in presenza, secondo il Dpcm. In questa confusione qualche sindaco casertano si sta portando avanti con il lavoro. A Caiazzo, ArienzoRiardo e Dragoni le scuole resteranno chiuse fino al 29 o 30 novembre. A Santa Maria a Vico, addirittura, la riapertura delle scuole è stata fissata al 5 dicembre.

Pressing di 17 sindaci su De Luca

Nella serata di martedì i 17 sindaci dell'Agro Aversano (Alfonso Golia di Aversa; Vito Luigi Pellegrino di Parete; Renato Natale di Casal di Principe; Anacleto Colombiano di San Marcellino; Vincenzo Caterino di San Cipriano d’Aversa; Nicola Esposito di Lusciano; Luigi Della Corte di Villa Di Briano; Marcello De Rosa di Casapesenna; Valerio Di Fraia vice sindaco di Villa Literno; Giuseppe Dell’Aversana di Sant’Arpino; Michele Apicella di Trentola Ducenta; Vincenzo Guida di Cesa; Antonio Tatone di Casaluce; Nicola Affinito di Carinaro; Tommaso Barbato di Teverola; Vincenzo Santagata di Gricignano; Gianni Colella di Succivo) si sono riuniti per confrontarsi sulla riapertura delle scuole. "E’ importante che i nostri ragazzi ritornino in classe il prima possibile. Sono evidenti i limiti della DAD soprattutto tra i più piccoli ed essi si sommano ai disagi provocati dalle innegabili carenze tecnologiche ed infrastrutturali - si legge in una missiva inoltrata a De Luca - Per una crescita culturale ma soprattutto umana e sociale dei bambini il ritorno alla didattica in presenza è sicuramente da auspicare. Tuttavia, dalla discussione sono emerse tante criticità che al momento impediscono una serena ripresa delle attività didattiche in presenza. In primo luogo il crescente livello dei contagi anche tra i bambini della fascia di età 0-6 e in quella relativa al primo ciclo di istruzione oltre che tra il personale della scuola e tutto ciò sebbene il ritmo di crescita sia stato mitigato dalla scelta saggia di disporre in Campania per tutti gli ordini di scuola la didattica a distanza. C'è poi da considerare la completa inadeguatezza del sistema di medicina territoriale che mostra di essere in palese affanno. Come già sottolineato nella nota del 12 novembre 2020, i team anticovid e gli USCA (unità speciali di continuità assistenziale) di fatto esistono solo sulla carta. La somministrazione dei tamponi, la loro lavorazione e la comunicazione degli esiti sono oggettivamente assai rallentati con tutte le conseguenze che ne derivano. Il tracciamento dei contagi è ormai una chimera. Il servizio di pronto soccorso 118 sconta un sovraccarico di lavoro da cui derivano mancanza di tempestività negli interventi che spesso si rivelano fatali per i malati. Il ricovero poi dei pazienti più gravi è una vera e proprio odissea che diventa causa ulteriore di decessi di nostri conterranei. Lo screening su tutti gli operatori della scuola, i bambini e le loro famiglie, per quanto apprezzabile, appare inverosimile da realizzare con gli attuali livelli di efficienza della sanità territoriale. Esso inoltre rivela un quadro istantaneo e dovrebbe pertanto essere ripetuto con frequenza periodica per monitorare l’evolversi dei contagi. Per tutte queste ragioni esponiamo le nostre perplessità sul ritorno alla didattica in presenza a partire dal 24 novembre. È una nostra priorità riportare i bambini e i ragazzi a scuola il prima possibile ma lo stato di emergenza che stiamo vivendo unito agli attuali livelli di efficienza del sistema della medicina territoriale ci portano ad affermare che non ci sono le condizioni per una riapertura delle scuole. Chiediamo pertanto un decisivo e tempestivo intervento volto a superare le tante criticità del sistema sanitario sul nostro territorio e che si riveda la decisione di riaprire le scuole posticipandola al momento in cui tali criticità saranno effettivamente risolte o quantomeno il livello generale dei contagi si sia notevolmente abbassato".

Sfida tra genitori a colpi di hashtag

Per tutti gli altri si attendono per i prossimi giorni decisioni da Palazzo Santa Lucia. Una situazione che ha provocato una spaccatura tra favorevoli e contrari alla riapertura delle scuole, tra chi ha paura di mandare i propri figli in classe e chi, invece, crede che la scuola, ovviamente in sicurezza, debba ripartire almeno per i più piccoli. Posizioni tra di loro inconciliabili. Un'eventuale ripresa della didattica in presenza, infatti, comporterebbe la sospensione della Dad e quindi una possibile "assenza" per quanti sceglieranno di non mandare i propri figli a scuola. E' questo il nocciolo della disputa. 

Teatro della contesa sono i social. Il fronte delle aperture ha lanciato l'iniziativa #unlibroperdeluca invitando "genitori e bambini di tutto il territorio regionale a spedire un libro scolastico o un quaderno al presidente Vincenzo De Luca, che di fatto mantiene vuote le scuole da settimane, per riempire simbolicamente la sede della Regione con i libri sottratti alle aule". All'hashtag #24novembrescuolechiuseincampania è affidata la replica di chi vuole mantenere la didattica a distanza: tutti i giorni migliaia di utenti lasciano il loro commento corredato del tag all'aggiornamento dei dati sui contagi pubblicato sui canali social di De Luca e della Regione. Ma non solo. Parte da San Nicola la Strada la petizione online per non riaprire le scuole e proseguire con la Dad. 

Insomma, almeno sulla scuola, la sensazione è che qualunque soluzione verrà adottata un'ampia fetta di persone resterà scontenta. 

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