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Venerdì, 29 Marzo 2024
Scuola

"L'inizio dell'anno scolastico è diventata una partita politica ed i dirigenti navigano a vista"

L'intervento di Luigi Suppa, dirigente scolastico del liceo scientifico Armando Diaz

Sono trascorsi sei mesi dalla chiusura delle scuole a causa dell’emergenza epidemiologica da Covid 19. Sei lunghi ed intensi mesi durante i quali le scuole hanno dovuto attivare la didattica a distanza, avviare lo smart-working, provvedere ad effettuare disinfezioni in vista anche degli esami di stato e dell’avvio del nuovo anno scolastico, per tutelare la salute degli studenti e del personale tutto.

Sei mesi, in particolare luglio e agosto, durante i quali abbiamo sentito soltanto tante promesse, tante parole, tanti proclami e annunci e, alla fine, a meno di due settimane dall’avvio delle attività didattiche, nulla o pressoché nulla per quanto riguarda ulteriori docenti in organico, banchi monoposto, con o senza rotelle, nuove aule o spazi aggiuntivi. Tanti, tuttavia, i questionari da compilare, durante le torride giornate di agosto, volti a raccogliere richieste in merito ai bisogni in termini di organico e spazi che, in massima parte, non hanno trovato riscontro. 

Ma tant’è! L’anno scolastico deve assolutamente in qualche modo partire. Su chi far ricadere a questo punto problemi e responsabilità? Sui Dirigenti Scolastici, naturalmente, in nome di un’autonomia che viene tenuta ben custodita in un cantuccio per essere evocata e rispolverata, di tanto in tanto, all’occorrenza, soprattutto quando si ravvisa la necessità di assumere posizioni e decisioni difficili e impopolari. Ma questa, si sa, è una vecchia storia che non fa nemmeno più notizia e che si ripropone periodicamente.

Quest’anno, inoltre, partiamo con classi ancora numerose, nonostante il problema epidemiologico imponga il distanziamento e il rispetto delle varie normative. Più che mai, dunque, in fase di definizione degli organici sarebbe stata opportuna una seria riflessione al fine di non costituire classi sovraffollate, da evitare comunque, volendo garantire un’efficace azione formativa. Si parte, inoltre, con tante altre criticità e problemi irrisolti quali, solo per citarne qualcuno, il crescente numero di “lavoratori fragili”, che sarà un’ardua impresa sostituire, il nodo dei trasporti, gli spazi e gli organici insufficienti. Non si è neanche deciso di scaglionare l’avvio delle attività tra le scuole del primo e del secondo ciclo, o di rinviarlo a dopo le elezioni regionali, ormai prossime, e relative sanificazioni che imporrebbero e giustificherebbero uno slittamento. 

Abbiamo erogato didattica a distanza per tre mesi lo scorso anno e ora si sostiene l’improrogabilità della data del 14 settembre, che solo da qualche giorno viene messa in discussione in alcune Regioni, unico punto fermo in un Paese in cui tutto è instabile e incerto e tutto vacilla. È diventata una sfida politica, quella del 14, giocata sulla pelle degli alunni, delle famiglie e dei docenti.

Intanto i dirigenti, in questo scorcio d’estate, continuando a navigare a vista, sperano in un approdo sicuro garantito finalmente da tempestive, inequivocabili ed efficaci soluzioni alla situazione emergenziale. Tuttavia l’incertezza dilagante e il nebuloso orizzonte che si offre ancora oggi al nostro sguardo ci inducono a rievocare una nota e amara constatazione: Dum Romae consulitur, Saguntum expugnatur.

* Luigi Suppa, dirigente liceo scientifico Armando Diaz di Caserta

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