Vino e filosofia nella masseria Campito
Vino e filosofia, questo il titolo della manifestazione che si svolgerà sabato 1 ottobre a partire dalle ore 17,30 presso la masseria Campito in via Casolla, 55 a Gricignano d’Aversa, si svolgerà una serata speciale che vedrà protagonisti proprio un prodotto come l’aglianico eccellenza del territorio e le dissertazioni del filosofo e poeta Giuseppe Limone. Una visita aziendale ai campi e alla produzione Campito farà da preludio al seguito che prevede un intervento di Giuseppe Limone, che di recente ha pubblicato il volume “L’amore irrimediabile”, Palawàn Editore.
Il senso della serata verte attorno alle eccellenze del territorio poiché oltre al bere e alla cultura la proposta si completa con le degustazioni di mozzarella aversana e altri prodotti enogastronomici espressione del territorio. Una sorta di simposio ispirato a quello della grande tradizione greca e incarnato da Platone, con la figura del simposiarca, la persona eletta a presiedere il simposio, che ne era anche l’organizzatore. Ma senza scomodare uno dei più grandi pensatori della storia, la serata intitolata “Vino e filosofia”, vuole accendere i riflettori sulle eccellenze che esprime il territorio casertano e atellano. Ricordando che il vino asprinio, che sarà uno dei protagonisti della serata. Tra le varie ipotesi sulla storia dell’asprinio infine, quella più attendibile, che in epoca angioina Louis Pierrefeu cantiniere di corte di Roberto d'Angiò, individuò nei pendii vicino Aversa il suolo ideale per impiantare le viti che assicurassero alla corte angioina una riserva ricca di spumanti. La scelta si rivelò giusta: i tralci di vite, infatti, appoggiandosi agli alberi di pioppo, che fungevano da sostegno, crescevano innalzandosi anche oltre i 15-20 metri di altezza e a festoni, consentendo così la produzione di quell'uva. In tale sistema, in cui le viti vengono chiamate "maritate" poiché si appoggiano ai pioppi, si chiama "Alberata Aversana". Ad ogni modo il nome è sicuramente dovuto alla sensazione gustativa data dal vino con esso prodotto. Siccome spesso le piantagioni crescono molto in altezza formando una barriera vegetale in grado di superare i 20 metri di altezza, si dice che i Borboni li usassero come barriere difensive contro le cavallerie nemiche.
Al di là della sua storia e delle leggende ad esso legate la serata di sabato 1 ottobre sarà solo la prima di tante altre organizzate dal gruppo enogastronomico che promuove le eccellenze del territorio abbinando cibo e cultura.