Al Teatro Lendi "Strativari-Suite Napoletana in otto quadri"
Al Teatro Lendi di Sant’Arpino, da mercoledì 19 a venerdì 21 aprile alle ore 20:30, la SSQ Produzioni presenta "Strativari-Suite Napoletana in otto quadri" di Stefano Valanzuolo con Cristina Donadio, Vincenzo Di Donna, Luigi De Maio, Gerardo Morrone, Antonio Di Francia, Maurizio Capone, Alessandro Paradiso, Francesco Falco, Salvatore Zannella per la regia di Raffaele Di Florio e le musiche di Solis String Quartet, Capone & BungtBangt.
"Strativari" è un'esperienza musicale ed un viaggio dell'anima. Concepito come una suite, si compone di otto movimenti (con un prologo ed un epilogo) differenti per colori, dinamiche ed atmosfere. Otto tavole, otto ritratti emotivi che toccano altrettanti affetti - il ricordo, la passione, il gioco, lo scontro, la fatica, la denuncia, il desiderio, la devozione - esplorati dal punto di vista dei napoletani. Il progetto nasce dall'incontro tra due realtà musicali apparentemente molto distanti tra loro (eppure unite invisibilmente dalla comune matrice mediterranea) e tra strumenti con storie e tradizioni profondamente diverse: dal violino alla batteria, dalla scopa elettrica al violoncello, dalla viola al scatolophon.
Solis String Quartet e Capone & BungtBangt hanno deciso di condividere il palcoscenico in questo spettacolo (coordinato da Raffaele Di Florio e basato su un soggetto di Stefano Valanzuolo), cercando e trovando in Cristina Donadio un riferimento teatrale esplicito e presente. L'obiettivo è quello di gettare uno sguardo disincantato su un territorio troppo spesso - e a sproposito - psicanalizzato, scandagliato, vituperato e troppo amato, cogliendo il tormento e l’estasi di una realtà contraddittoria e anche per questo affascinante.
Il processo creativo che origina Stradivari trae forza dalla pratica del lavoro collettivo. Il titolo, attraverso un gioco di parole, evoca il nome del liutaio più celebre di tutti i tempi e dunque rimanda ad una dimensione nobilmente classica. Ma gli strati vari che compongono l'immagine di Napoli sottintendono una pluralità di linguaggi, stili, corpi e anime che forse non ha uguali altrove.
Così come la stratificazione geologica di un territorio racconta l'evoluzione morfologica del luogo, così il metodo usato per costruire la drammaturgia del lavoro musicale/teatrale ha adottato la 'stratificazione' della musica nelle sue infinite declinazioni, cercando di restituire allo spettatore le tante identità di una collettività, di un paese e di un’intera civiltà.