Cinema vs teatro nei "Sei Personaggi d'Autore" in scena al Comunale
Sei Personaggi in cerca d'autore al teatro Comunale di Caserta. Lo spettacolo, inserito nel cartellone della stagione teatrale casertana, è in programma venerdì 12 a domenica 14 gennaio.
Una rivisitazione del testo di Luigi Pirandello, con Eros Pagni e Gaia Aprea, curata da Luca De Fusco prevede una sorta di fusione tra cinema e teatro. "Nello spettacolo - spiega De Fusco - lo spettatore vede gli attori compiere delle azioni e contemporaneamente li vede ripresi dalle telecamere in diretta e proiettati sulla scenografia. È come se lo spettatore assistesse contemporaneamente a due spettacoli, uno teatrale e uno cinematografico. Restano quindi le piccole figure reali viste ad occhio nudo, come sempre a teatro, ma appaiono anche dei giganti onirici proiettati su velari o sulle pareti fisiche del teatro.
L’intuizione (che ha portato a grandi consensi di pubblico e critica) sembra adattarsi in modo speciale a Sei personaggi in cerca di autore. A ben vedere questi sei personaggi che si offrono alla rappresentazione sembrano provenire dal mondo del cinema e chiedere di far sfociare il cinema nel teatro. La scenografia dello spettacolo sarà basata su un grande specchio che sarà sistemato sul palcoscenico apparentemente per delle prove di danza alla sbarra.
Questo specchio è in realtà anche un grande schermo cinematografico. All’inizio i sei personaggi, invece di provenire dalla sala come sempre, escono dallo schermo come i protagonisti di Broadway Danny rose” di W. Allen. Essi infatti provengono dal cinema. Non è un caso che tutte le obiezioni del capocomico alla irraprensentabilità della storia dei sei personaggi, cadono di colpo se si pensa la loro storia in termini filmici.
Il capocomico obietta che nella storia ci sono troppi flashback? Questo invece è tipico del cinema. Gli attori si lamentano che nelle scene intime i personaggi parlano a voce troppo bassa e i personaggi rispondono che certe cose non si possono dire urlando? A cinema gli attori usano toni simili a quelli della vita e nelle scene intime usano quindi toni intimi. Il capocomico obietta che nel finale (la scena della morte della bambina nel laghetto) accadono troppi fatti contemporaneamente e che a teatro le cose accadono una alla volta? Questo non è assolutamente un problema per il cinema, che anzi mescola di continuo le vicende narrate attraverso il montaggio alternato.
Quando i personaggi proveranno a rappresentare le scene madri della loro vicenda esse appariranno recitate quindi teatralmente ma anche proiettate in diretta mostrando un potere evocativo e magico che naturalmente gli attori della compagnia non sapranno ripetere, non solo per la loro inattendibilità fisica e per la loro estraneità “professionistica” alla vicenda, ma perché la natura stessa della vicenda dei Sei personaggi si rivelerà più adatta in effetti più ad una versione cinematografica che teatrale.
Riletto in questo modo, il capolavoro pirandelliano rivela essere anche una riflessione sulla natura di due linguaggi, quello teatrale e quello cinematografico, il cui confronto si affacciava prepotentemente alla ribalta negli anni della stesura del testo. In quegli stessi anni Pirandello descriveva la natura del linguaggio filmico come linguaggio visionario. Ed in effetti i nostri Sei personaggi saranno presentati non come fantasmi, ma come vere e proprie visioni".