"Mettici la mano", lo spin off del commissario Ricciardi in scena al Lendi
Sta per avere inizio la nuova stagione del Teatro Lendi, in via Alessandro Volta 144. La struttura, diretta da Francesco Scarano, ospiterà dal 23 al 25 novembre la commedia “Mettici la Mano”, dalla penna di Maurizio De Giovanni e per la regia di Alessandro D’Alatri.
Lo spettacolo è lo spin-off teatrale della saga “Il commissario Ricciardi” e vede in scena Antonio Milo (nel ruolo del “brigadiere Maione”), Adriano Falivene (nel ruolo di “Bambinella”) ed Elisabetta Mirra (nel ruolo di “Melina”). La storia è ambientata a Napoli, nella primavera del 1943. Una tarda mattinata di sole viene squarciata dalle sirene: arrivano gli aerei alleati, c’è il pericolo di un nuovo e devastante bombardamento. Un vano interrato in tufo diventa un rifugio improvvisato. In un angolo del locale una statua della Madonna Immacolata, miracolosamente scampata alla distruzione di una chiesa. È qui che si ritrova una strana compagnia, riunita dalla necessità di riparo: Bambinella, un femminiello che sopravvive esercitando la prostituzione e che conosce tutto di tutti, e il Brigadiere Raffaele Maione, che ha appena arrestato Melina, una ventenne che ha sgozzato nel sonno il marchese di Roccafusca, di cui la ragazza era la cameriera. Mentre, fuori la porta in cima alle scale, le voci della gente si trasformano in un pauroso silenzio e poi nel progressivo avvicinarsi del fragore delle bombe, il dialogo tra i tre occupanti il rifugio si fa sempre più profondo e serrato. La Madonna, muta e addolorata, verrà chiamata in causa mentre apprendiamo cosa è realmente accaduto nel palazzo di Roccafusca e perché e come Bambinella si trasformerà in un avvocato difensore e Maione nell’accusa di un processo che vedrà nella statua di gesso un giudice silenzioso e tuttavia accorato. Le esplosioni, sempre più vicine, terribili e minacciose, accompagneranno la comprensione della realtà e una serie di riflessioni, da differenti punti di vista, sulla vita, sulla morte, sulla famiglia, sulla giustizia e sulla fede in Dio. E anche in merito alla fame, allo stato di necessità e all’arroganza del potere. Maione, Bambinella e la loro strana, assurda amicizia a distanza di dieci anni dall’ultima volta che li abbiamo incontrati con Ricciardi, a confronto col momento più buio e terribile della storia della città.