Doppio appuntamento a Palazzo Fazio con la danza contemporanea
Doppio appuntamento con la danza a Palazzo Fazio a Capua. Dopo la prestigiosa Compagnia "DanceHaus Company Junior" / DanceHauspiù" di Milano, che ha inaugurato lo straordinario mese di Novembre 2021, sabato e domenica calcheranno il palcoscenico di Palazzo Fazio la compagnia "Cuenca/Lauro" di Berlino con "Regenland - Elogio del Buio", sabato 20 novembre, e la compagnia Compagnia Excursus/ PinDoc con "Quadri 2021", domenica 2021.
Un doppio appuntamento in stretta collaborazione tra "FaziOpenTheater" e il Festival "Oltre la Linea d'Inverno" dedicato alla Danza Contemporanea, patrocinato dalla Regione Campania e con il contributo del Mibact e con la direzione artistica di Rosario Liguoro e Sabrina D’Aguanno. Si comincia sabato alle 21 con Regenland, che potrebbe essere tradotto dal tedesco come paese della pioggia, prova a dare un nome all’immaginario interiore nel quale si sviluppa questo percorso. Toni plumbei e zone di penombra caratterizzano questo sfondo emotivo, che nulla ha però di malinconico, triste o nostalgico, ma indica più che altro il desiderio di voler eludere il bagliore delle cose per volgere lo sguardo altrove, lì dove la luce non penetra così facilmente. Lo potrei paragonare a un rito di esfoliazione: levare via i miei strati luminosi accumulati nel tempo per cercare un confronto con l’oscurità, guidata dal presentimento che solo una volta che il visibile è svanito, l'invisibile può rivelarsi. Attraverso questo processo intendo celebrare il caos, affrontare le piccole morti e, addentrandomi nelle crepe del mio essere, scendere nel punto più buio dove sorge la luce. Lo spettacolo è in coproduzione con "Sosta Palmizi" di Cortona con le coreografie di Elisabetta Lauro in collaborazione con Cesar Augusto Cuenca Torres.
Sempre domenica "Funamboli-High Wire Walks" di Akerusia Danza di Napoli Ideazione artistica e Regia Elena D'Aguanno e Vocal Performance e drammaturgia di Massimo Finelli. Uuna poetica messa in scena della vita, dell’audacia, della solitudine, ma allo stesso tempo è mettere in scena il trionfo del gesto, dell’eleganza, la ricerca quasi esasperata di un equilibrio, di una volontà e di una forza interiore tali da superare difficoltà e imprevisti. Paul Auster, nella prefazione al ‘Trattato di funambolismo’ di Philippe Petit (l’artista francese, noto funambolo, equilibrista e giocoliere, famoso per aver attraversato con il suo cavo a grandi altezze le guglie di Notre-Dame a Parigi nel 1971, le Twin Towers a New York nel 1974), scrive che “Il funambolismo non è un’arte della morte, ma un’arte della vita – della vita vissuta al limite del possibile … il funambolismo è un’arte solitaria, è un modo di affrontare la propria vita, nell’angolo più oscuro e segreto di se stessi”.