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Cultura

Il salotto a Teatro, ospite Peppe Barra protagonista de La Cantata dei Pastori al Comunale

Caserta - Sabato 19 dicembre alle ore 18 nel foyer del Teatro Comunale di Caserta nuovo appuntamento del ciclo “Il Salotto a Teatro”, incontri tra i protagonisti della scena e il pubblico. Ospite de “Il Salotto a Teatro”, curato dalla giornalista...

Sabato 19 dicembre alle ore 18 nel foyer del Teatro Comunale di Caserta nuovo appuntamento del ciclo “Il Salotto a Teatro”, incontri tra i protagonisti della scena e il pubblico. Ospite de “Il Salotto a Teatro”, curato dalla giornalista Maria Beatrice Crisci, sarà Peppe Barra. protagonista e regista de La Cantata dei Pastori in scena al Teatro Comunale da venerdì 18 a domenica 20 dicembre. Lo spettacolo è prodotto dal Consorzio Campano Teatro e Musica diretto da Nunzio Areni.

A conclusione dell’incontro a Peppe Barra sarà conferito il Premio PulciNellaMente dal direttore della Rassegna di Teatro Scuola Elpidio Iorio, che gli consegnerà un’artistica riproduzione della maschera atellana Maccus, realizzata dallo scultore Roberto Di Carlo, e una speciale penna Marlen ideata per l’evento dai fratelli Antonio e Mario Esposito". Anche per questo quarto appuntamento de Il Salotto a Teatro” in platea tanti studenti di diverse scuole casertane e i ragazzi del Laboratorio Teatrale La Mansarda di Roberta Sandias.

“Il Salotto a Teatro” nasce con lo scopo di contribuire a superare la barriera tra palcoscenico e platea, mettendo in diretto rapporto registi, attori, autori con il pubblico. Conoscendo la trama dello spettacolo, la sua genesi culturale, le caratteristiche della regia, l’interiore approccio interpretativo degli attori, il pubblico potrà ancora meglio apprezzare la rappresentazione e scorgere cosa ci sia sotto la maschera di scena. Si tratta sicuramente di una bella opportunità artistica e culturale che permette al pubblico di conoscere da vicino gli artisti in scena al Teatro Comunale. Si ricorda che la partecipazione del pubblico al “Salotto a Teatro” è libera e gratuita.

La cantata dei pastori di Peppe Barra e Paolo Memoli, liberamente ispirata da Andrea Perrucci.

Teatro Comunale Costantino Parravano di Caserta

Per info 0823444051

Da venerdì 25 a domenica 27 dicembre (venerdì e sabato ore 20.45 - domenica ore 18.00)

Peppe Barra (Razzullo) è protagonista e regista de La Cantata dei Pastori, affiancato, in scena, da Teresa Del Vecchio (Sarchiapone), Patrizio Trampetti (Cidonio/Diavolo Oste), Maria Letizia Gorga (Zingara/Gabriello), Lello Giulivo (Demonio), Fabio Fiorillo (Ruscellio), Francesco Viglietti (Armenzio), Andrea Carotenuto (Giuseppe), Chiara Di Girolamo (Maria Vergine) e il piccolo Giuseppe De Rosa (Benino).

Le musiche sono di Roberto De Simone, Lino Cannavacciuolo, Luca Urciuolo e Paolo Del Vecchio, le scene di Tonino Di Ronza, i costumi di Annalisa Giacci, le coreografie di Erminia Sticchi, assistenti alla regia Francesco Esposito e Gennaro Monti, assistenti alla scenografia Emanuela Ferrara e Lucio Valerio, assistente ai costumi Antonietta Rendina.

La Cantata dei Pastori ha un titolo lunghissimo e barocco, ma è universalmente nota con l’abbreviazione d’uso. La storia racconta le traversie di Giuseppe e Maria per giungere al censimento di Betlemme e gli ostacoli che la santa coppia dovrà superare prima di trovare rifugio nella grotta della Natività.

Nel difficile viaggio vengono accompagnati da due figure popolari napoletane, Razzullo, scrivano assoldato per il censimento, e Sarchiapone, “barbiere pazzo in fuga per omicidio”. Immaginiamo di trovarci in una Napoli barocca, trasudante sesso e aromi, nonché sensualità orientale, perché era una città cosmopolita, lo è sempre stata.

I rituali che si facevano erano più legati alla magia e alla lussuria piuttosto che alla tradizione cristiana e partenopea. Un ceppo clericale, i Gesuiti, nel 1698 commissionò all'abate Andrea Perrucci una sacra rappresentazione per allontanare il popolo napoletano dagli spettacoli blasfemi che si facevano in quel periodo. Ma in poco tempo divenne un fenomeno diverso: il popolo se ne appropriò trasformandola in qualcosa di molto più blasfemo e profano di quanto i Gesuiti non avrebbero voluto. Oltre al personaggio comico di Razzullo , il popolo inserisce un’altra figura per il proprio divertimento, Sarchiapone.

La Cantata divenne così scurrile che nel 1889 ne fu sospesa la rappresentazione con un editto cardinalizio, tanto da far dire, poi, a Benedetto Croce che l'opera «era finita e non sarebbe stata rappresentata mai più». Ma non fu così.

Infatti la Cantata continuò ad essere rappresentata, prima clandestinamente, poi nei teatrini di quartiere e negli oratori parrocchiali fino al 1974, quando Roberto De Simone la fece riscoprire al grande pubblico. Sono passati oltre quarant’anni e da allora non c’è Cantata dei Pastori senza Peppe Barra. Lui, negli anni, ha rimaneggiato e riscritto la Cantata, presentando sempre allestimenti innovativi e fedeli alla tradizione.

In questo nuovo allestimento l’artista offre un’ennesima e sorprendente lettura dell’opera; in scena Peppe Barra è impegnato a creare contrasti recitati, cantati e mimati, attraversando gloriosamente tutta la tradizione e gettando perle musicali e comiche, pezzi raffinati e cose più andanti dal sapore popolare: una girandola di puro teatro che assomiglia di più ai fuochi d’artificio di un Natale napoletano. La Cantata dei Pastori è un testo di teatro gesuitico, scritto espressamente per contrastare la “diabolica” Commedia dell’Arte, che diventa, dopo oltre tre secoli di contaminazioni, esso stesso veicolo vivo, e tra i più importanti, di quel linguaggio popolare che accanitamente combatteva. Perché, in fondo, La Cantata dei Pastori è tutta qui: tra versi arcadici e lazzi scurrili, tra lingua colta e dialetto, tra sentimento cattolico e rito pagano.

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