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Riccardo Muti dirige l'Orchestra e il Coro del Teatro di San Carlo

Caserta - Sarà Riccardo Muti ad inaugurare la Stagione Sinfonica 2010-2011 del Teatro di San Carlo. Attesissimo il ritorno del Maestro sul podio del Lirico, martedì 21 dicembre, alle ore 20.30 (con repliche il 22, alla stessa ora, e il 23 alle 18...

Sarà Riccardo Muti ad inaugurare la Stagione Sinfonica 2010-2011 del Teatro di San Carlo. Attesissimo il ritorno del Maestro sul podio del Lirico, martedì 21 dicembre, alle ore 20.30 (con repliche il 22, alla stessa ora, e il 23 alle 18.00), alla guida di Coro e Orchestra della Fondazione Teatro di San Carlo.
In apertura di programma l'Ouverture in sol maggiore di Luigi Cherubini delinea fin da subito l'ambito espressivo intorno a cui si snoda il programma della serata. "La sua musica scaturisce dall'anima. Non c'è una sola nota che sia stata scritta solo per impressionare qualcuno", dice Muti di Cherubini. "Il più grande compositore del tempo", secondo Beethoven. Il musicista fiorentino rappresenta un importante tassello per la diffusione in Europa dello stile italiano. Cherubini arrivava a Londra da Parigi , salutato dalla chiara fama e conoscendo in maniera profonda le sinfonie londinesi del grande Haydn. Il 1815, anno del Congresso di Vienna e della fine del grande progetto napoleonico, apre scenari di forte inquietudine. L'Ouverture da concerto in sol maggiore, "conduce il discorso quasi come una vera ouverture d'opera, presentando e quasi sciorinando i temi d'una rappresentazione che non verrà. Come se ci raccontasse un progetto ancora immaturo, affascinandoci", spiega Lorenzo Arruga nelle note di sala.
"Portatore sano" di un romanticismo più incline all'intimità è invece Franz Schubert, di cui sarà eseguita nella parte centrale la celebre Sinfonia n.8 in si minore D. 759, conosciuta ai più come "Incompiuta". Iniziata nel 1822, passeranno 43 anni prima che il lavoro venga eseguito a Vienna, il 17 dicembre 1865, in un concerto della Società degli Amici della Musica. L'"Incompiuta" ha una sua anomalia, chiudere già dopo l'Adagio del secondo tempo. Molti si sono chiesti se il compositore avrebbe mai "completato" il lavoro, se non fosse morto così prematuramente. L'indizio a favore della sinfonia così com'è è nella qualità stessa della musica, nella compiutezza del linguaggio, che detta la forma e la risolve fuori da ogni altra appartenenza a generi o da ogni altra sollecitazione.
La chiusura del concerto è affidata ad uno dei grandi protagonisti della stagione ottocentesca al San Carlo: Gioachino Rossini.
Fin dalla prima commissione, Rossini è protagonista dell'agone operistico italiano. Una data importante, da scrivere negli annali rossiniani, è il 1815: con Elisabetta Regina d'Inghilterra inizia la sua collaborazione con il Teatro di San Carlo e il geniale impresario Domenico Barbaja. Se alla città dei papi si deve la fama del Barbiere, al San Carlo è legata la sua più importante produzione "sperimentale", dal 1817 tutta nell'ambito del genere serio. Muti sceglie per concludere il suo programma lo Stabat Mater del pesarese, incoronato dai suoi contemporanei come un assoluto capolavoro di stile. Interpreti per l'occasione le voci soliste del soprano Kristin Lewis, del mezzosoprano Sonia Ganassi, del tenore Dmitry Korchak e del basso Ildar Abdrazakov. La prima esecuzione all'Opéra di Parigi, nella sala Ventadour, il 7 gennaio del 1842, è un successo. Neanche un unico numero dello Stabat Mater potrebbe non appartenere all'opera di Rossini, sia per ragioni di struttura che di orchestrazione e di melodia. "Anche i momenti meno intensi meritano attenzione. Si potrebbe anche cantare il "Cujus animam" del tenore come se fosse un vivace canto popolare, ma le armonie complesse di Rossini, che enfatizzano il dolore della Vergine, dovrebbero essere un sufficiente avvertimento che le sue intenzioni sono altre", spiega il rossiniano Philip Gossett. Rossini, nel suo Stabat Mater, adoperò come offerta alla Vergine il "suo" linguaggio, un linguaggio di sentimento, di profonde emozioni, gioia del canto e ringraziamento per il dono della melodia.
Il Maestro Muti, ha scelto di aprire la prova generale del 21 (ore 11) ai giovani: tra i presenti l'orchestra Giovanile Sanità Ensemble del Rione Sanità, i giovani musicisti vincitori del Premio Pergolesi del San Carlo Edizione 2010, oltre ai ragazzi della Fondazione Pol.i.S di Paolo Siani che si occupa di politiche integrate di sicurezza per le vittime innocenti di criminalità e di beni confiscati .
E ancora, Giovedì 23 dicembre, alle ore 20.30, a conclusione dell'ultima replica del concerto, il Maestro Muti incontrerà il pubblico nel foyer storico del teatro di San Carlo e firmerà le copie del suo libro Prima la musica, poi le parole (Rizzoli). Un' autobiografia ricca di episodi, editi e inediti, sulla propria vita e che offre altresì un ampio spazio alle riflessioni del grande direttore d'orchestra sul mondo della musica. Le persone che volessero la firma del Maestro, pur non avendo assistito al concerto, potranno accedere al Foyer del teatro, dove sarà allestito uno spazio dedicato all'acquisto del volume.

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