Fausto Russo Alesi in 20 novembre di Lars Norn al Nuovo Teatro Nuovo
Napoli - Martedì 9 novembre 2010 alle ore 21.00 (in replica fino a domenica 14) al Nuovo Teatro Nuovo di Napoli, il Piccolo Teatro di Milano presenterà 20 Novembre di Lars Norèn, la nuova creazione scenica di Fausto Russo Alesi (premio UBU 2009...
Martedì 9 novembre 2010 alle ore 21.00 (in replica fino a domenica 14) al Nuovo Teatro Nuovo di Napoli, il Piccolo Teatro di Milano presenterà 20 Novembre di Lars Norèn, la nuova creazione scenica di Fausto Russo Alesi (premio UBU 2009 come miglior attore non protagonista in "Demoni" e "Sogno di una notte di mezza estate") in cui l'artista siciliano si mette di nuovo alla prova nel doppio ruolo di attore e regista.Ispirato a tragici episodi accaduti in un liceo tedesco, a partire dal diario di un adolescente assassino, e di lì a pochi mesi a Columbine, negli USA, dove alcuni adolescenti hanno sterminato insegnanti e compagni di scuola, 20 novembre è un testo duro e avvincente, che mette in scena il disagio, l'esclusione e la solitudine di un mondo in cui non esiste spazio vero per nessuno, non esiste tempo per l'ascolto, non si lascia adito alla relazione e all'emozione umana.
La storia è ambientata nella cittadina di Emstetten, in Vestfalia, nel liceo dove, nel novembre del 2006, trenta persone, tra alunni e professori, ebbero la sfortuna di trovarsi sulla strada di un diciottenne omicida. Sebastian Bosse, ex studente diciottenne del liceo di Emstetten. Il giovane entra armato nella scuola, apre il fuoco su allievi e insegnanti, provocando cinque feriti e una ventina di intossicati e suicidandosi subito dopo. La notte precedente aveva pubblicato su internet alcuni appunti, nei quali motivava il suo gesto.
Ispirandosi al suo messaggio e alle cronache dei giornali, Norèn scava nelle pieghe dell'orrore che si nasconde nella società contemporanea, cercando di capirne l'origine e di rintracciare la cultura - o l'assenza di cultura - che lo scatena.
Attento osservatore della realtà contemporanea e delle possibili deviazioni della mente umana, Norèn s'interroga su tali abissi di orrore, chiedendosi quale sia l'origine di questa nuova forma di guerra civile scatenata (e annunciata) da un giovane contro se stesso e il mondo circostante. Un testo durissimo, violento, che non spiega, non consola e non fa morali, preferendo addentrarsi tra le pieghe di un disagio che chiama in causa tutti quanti. "Di 20 novembre - spiega il regista - mi ha colpito la scrittura: scarna, poetica capace di prendere il largo dalla cronaca per arrivare a interrogare l'intero sistema sociale. È come se nel testo coesistessero tre punti di vista: quello di Sebastian, completamente dentro i fatti, quello dell' autore e quello del pubblico".
La scrittura di Norén, lontano dall'essere strumento di denuncia o banale fotografia della nostra realtà, è al contrario una lente d'ingrandimento puntata sui comportamenti, le sofferenze, i dettagli della vita dell'individuo, ritratti sempre dando spazio e voce al lato forse più malato dell'essere umano, sicuramente il più sincero.