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Descharmes all'Autunno Musicale

Capua - Sabato 30 ottobre alle ore 19.30 al Palazzo Fazio di Capua il pianista francese Romain Descharmes, Premio Dublino anno 2006 e già ospite del'Autunno Musicale 2007, proporrà, nell'ambito del ciclo Chopin & Schumann / Pianofestival uno...

Sabato 30 ottobre alle ore 19.30 al Palazzo Fazio di Capua il pianista francese Romain Descharmes, Premio Dublino anno 2006 e già ospite del'Autunno Musicale 2007, proporrà, nell'ambito del ciclo Chopin & Schumann / Pianofestival uno degli otto percorsi tematici dell'Autunno Musicale, un programma con musiche di Mozart, Chopin, Schumann e Ravel.
Di Mozart Descharmes eseguirà la Sonata in re maggiore KV 311, opera scritta a Mannheim nel 1777 e in cui lo stile pianistico dell'Autore giunge alla piena maturità, mentre di Chopin proporrà la Polonaise – fantasie op.61 , una delle sue composizioni concettualmente più profonde e complesse.
Di Schumann Descharmes eseguirà il Carnaval op. 9, brano dove l'allora venticinquenne Schumann trasporta episodi, sentimenti e persone legati alla sua vita, immaginando come scenario una festa di carnevale. Così le maschere rappresentano stati d'animo sempre contrastanti: a Pierrot seguiva Arlecchino e a Pantalone si contrapponeva Colombina. il sognatore e l'uomo d'azione - i due lati della personalità del musicista - si ritrovavano invece in Eusebius e Florestan, pseudonimi con i quali Schumann firmava le sue recensioni. Ci sono naturalmente le donne: da Coquette a Estrella, ovvero la dedicataria Ernestina, fino a Chiarina (Clara), la figlia del suo maestro Wieck e futura moglie. Non mancano i riferimenti alla musica del periodo con gli omaggi a Chopin e Paganini e con il movimento conclusivo, dove la "Davidsbündler" ovvero la "Lega dei Compagni di Davide" (sodalizio ideale che comprendeva tutti i giovani artisti suoi amici) marcia vittoriosa contro i "Filistei dell'arte", ossia i critici e i musicisti che si opponevano alle nuove istanze.
Il programma si conclude con due brani di Ravel: la Sonatina, composta tra il 1903 e il 1905, e La Valse, "poema coreografico" scritto durante l'inverno 1919-1920. In questo brano Ravel riprende un suo vecchio progetto, ossia scrivere un poema sinfonico intitolato Wien. Un omaggio alla gentilezza e frivolitè della capitale austriaca, ormai appartenenti ad un'epoca trascorsa, attraverso il valzer, simbolo musicale di quel vecchio mondo. Già nel 1910 aveva reso omaggio alla danza viennese per eccellenza con Valses nobles et sentimentales, ma la bufera della guerra aveva spazzato via quelle atmosfere, lasciando un segno indelebile sulla composizione del 1920, il cui slancio danzante rivela, nonostante la leggerezza dei temi ispirati a quelli di Johann Strauss jr, un tormento e un'angoscia palpabili. Ravel stesso, che per le Valses nobles et sentimentales aveva invocato «il piacere delizioso e sempre nuovo d'una occupazione inutile», ha messo in rilievo questa tensione oscura e drammatica della Valse quando la descrisse come un «turbinio fantastico e fatale».

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