Convegno per il 150esimo anniversario dell'Unit dItalia
Vairano Patenora - La celebrazione del 150esimo anniversario dell'Unità d'Italia, ripropone tra le polemiche di oggi, il valore politico e costituzionale del termine "nazione", che ha visto nascere nel risorgimento lo spirito nazionalistico ed il...
La celebrazione del 150esimo anniversario dell'Unità d'Italia, ripropone tra le polemiche di oggi, il valore politico e costituzionale del termine "nazione", che ha visto nascere nel risorgimento lo spirito nazionalistico ed il sentimento di liberazione dall'oppressione straniera.
Un convegno storico scientifico, organizzato dal Comitato per le Celebrazioni del 150esimo anniversario dell'Unità d'Italia di Vairano Patenora in collaborazione con l'amministrazione comunale, ha ripercorso le fasi strategiche del periodo 1860-1865 e delle politiche attuate per l'affermazione dell'Unità tra nord e sud. "Nel quinquennio successivo all'incontro di Vairano, ci fu una forte paura per una sorta di piemontesizzazione dell'Italia, una preoccupazione che scatenò manutengoli del brigantaggio per alimentare il disordine sociale e delegittimare il meridione che solo con Giustino Fortunato iniziò ad avere una vera politica meridionalistica", ha evidenziato Marcella Marmo dell'Università Federico II.
Ma il valore dell'Unità d'Italia sotto il profilo politico e geografico è stato sottolineato dal professore Luigi Musella, "le ragioni si sintetizzano nel valore internazionale nel contesto Europeo che spingevano verso uno stato unitario per evitare le continue destabilizzazioni nelle contese tra piccoli stati; poi per ragioni interne di ordine economiche, con mercati di scambio molto piccoli d una industria che stentava, mentre nel contesto europeo si sviluppavano le basi per una struttura industriale che ha caratterizzato l'economia del secolo successivo e le ragioni istituzionali per agevolare la crescita democratica delle popolazioni, evitando il forte condizionamento facilmente esercitabile dalle oligarchie che controllavano i piccoli stati".
Curiosa e particolarmente attuale la riproposizione del dualismo celebrativo di nato agli inizi del secolo scorso, fatta dal professore Marco De Angelis, "per le celebrazioni del primo 50enario, in Terra di Lavoro, al comitato istituzionale venne costituito un altro comitato che contrastò vivacemente il programma della ricorrenza, fino a costringere l'allora Prefetto di rinviare al 1911 le manifestazioni annunciate, tra cui la posa della prima pietra del cippo di Taverna Catena a Vairano Scalo, in attuazione di una delibera dell'allora Consiglio Provinciale".
Della ricorrenza Giuseppe Garibaldi, nipote del Generale, presente al convegno, ci ricorda che "Noi italiani siamo diversi da nord a sud per creatività, per le eccellenze che abbiamo nei vari campi, dalla scienza alla letteratura ed è proprio questa diversità che ci vede legati da un profondo sentimento unitario. Non siamo uniti solo dai confini ma da quei valori cui pensò Garibaldi quando avviò la spedizione dei Mille, valori come la solidarietà degli uni per gli altri e per il riscatto delle popolazioni al giogo degli interessi stranieri".
La giornata di studi ha visto la presenza inoltre di Felicio Corvese, curatore del convegno, del sindaco di Vairano Patenora Giovanni Robbio, del professore Guido D'Agostino, di Luigi Mascilli Migliorini, Franco Tamassia.