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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cultura

Grande consensi alla prima de I giorni Buoni di Andrea Barzini

Napoli - Jonathan, Oliver e Colmena sono tre villette immerse nel silenzio di stradine secondarie, col giardino ben curato. Due a Scisciano e l'altra a Marigliano. Da diciotto anni, chi le gestisce – gli operatori dell'associazione Jonathan onlus...

Jonathan, Oliver e Colmena sono tre villette immerse nel silenzio di stradine secondarie, col giardino ben curato. Due a Scisciano e l'altra a Marigliano. Da diciotto anni, chi le gestisce – gli operatori dell'associazione Jonathan onlus - vi ospita, incontra e scontra, educa, ama e lavora per quei bulli dei quali si legge tra le pagine di cronaca locale. Minorenni già "inguaiati con la giustizia", che scontano la pena con una misura alternativa alla detenzione: la vita in comunità. Della loro quotidianità dentro e fuori, prima e dopo la casa-famiglia ne racconta Andrea Barzini, con il documentario I giorni buoni, presentato questa mattina al Centro europeo degli studi di Nisida. Due sale gremite e applausi sentiti, sinceri. All'onestà delle immagini e delle interviste, realizzate dal regista, più noto al grande pubblico per il film Italia Germania 4-3, documento di una generazione. Agli chi crede nella possibilità di recupero, come Silvia Ricciardi e Enzo Morgera, fondatori di Jonathan onlus. Ai ragazzi che ce l'hanno fatta, anche grazie alla collaborazione con aziende come Indesit, che si è resa disponibile a offrirgli un lavoro.
"Enzo e Silvia hanno fatto crescere questa esperienza con una formula: una sorta di ribaltamento della famiglia di origine, in genere causa primaria della devianza, stabilendo regole e cercando di sviluppare il senso della responsabilità e quello dell'appartenenza alla società civile – spiega Barzini -. La concezione cui i due educatori si ispirano è che ognuno di noi, non importa quali siano le condizioni di origine, ha la responsabilità della propria vita. La devianza, insomma, è vista come una scorciatoia, un'incapacità a gestire la difficoltà. Certo non è facile quando si è nati in certi quartieri della periferia di Napoli, a Secondigliano, Caivano, Casal di Principe dove ogni forma di coesione sociale è stata infranta da decenni, infatti, molti sono i casi di ragazzi passati per Jonathan e finiti malamente, chi in carcere, chi morto, chi ripreso dalle maglie della camorra. Enzo e Silvia lo sanno benissimo".
Serrate e appassionate le relazioni di chi è intervenuto alla prima. "Non facciamo false promesse né rincorriamo l'impossibile. Questa è una realtà radicata, da soli non ce la faremo", ha sottolineato Marina Ferrara, giudice del Tribunale dei minori di Napoli. Una goccia nell'oceano è anche il lavoro della preside dell'istituto comprensivo Viviani al Parco verde di Caivano, Eugenia Carfora. Anche lei coinvolta nel progetto del mediometraggio realizzato da Feel Film production, con il contributo della Provincia di Napoli e dell'Indesit company. Presenti alla proiezione, tra gli altri, il direttore dell'istituto penitenziario minorile di Nisida, Gianluca Guida; Luigi Rispoli, presidente del Consiglio provinciale di Napoli; Serenella Pesarin, direttore generale per l'attuazione dei provvedimenti giudiziari del Dipartimento personalità della Magistratura minorile; Silvia Ricciardi, presidente dell'associazione Jonathan onlus. Assente ingiustificato il ministro dello Sport, Rocco Crimi. Mentre ha mandato i suoi saluti e le sue scuse don Luigi Merola.

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